Grotowski e Stanislavskij a confronto

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1700 iscritti / anno VIII,  n ° 47 / settembre/ottobre 2009


Konstantin Sergeevic STANISLAVSKIJGrotowski e Stanislavskij a confronto, gli impulsi

da Thomas Richards:  “Al lavoro con Grotowski sulle azioni GROTOWSKI Jerzyfisiche”

Ubulibri editore – Presentazione video https://youtu.be/FQ4-p2IDxLs

“Vorrei adesso dare uno sguardo alla differenza tra il “metodo delle azioni fisiche” di Stanislavskij e il lavoro di Grotowski (nella foto) sulle azioni fisiche.”

E’ questo l’incipit del capitolo dedicato da Thomas Richards appunto al confronto tra Grotowski e Stanislavskij sul tema degli impulsi. Le stesse vive parole dei due grandi maestri del teatro del ‘900 ci chiariscono come l’uno prosegua il lavoro lasciato incompiuto dall’altro.

Lo stralcio è tratto da “Al lavoro con Grotowski sulle azioni fisiche” di Thomas Richards, Ubulibri editore

Ringraziamo Thomas Richards e Ubulibri per il permesso alla pubblicazione.

Buona Lettura



Grotowski e Stanislavskij a confronto, gli impulsi

da Thomas Richards: “Al lavoro con Grotowski sulle azioni fisiche”

Ubulibri editore

Vorrei adesso dare uno sguardo alla differenza tra il “metodo delle azioni fisiche” di Stanislavskij e il lavoro di Grotowski sulle azioni fisiche.  Grotowski non ha semplicemente impiegato una tecnica creata da Stanislavskij.  ll rapporto è molto più complesso. Grotowski  ha preso  le “azioni fisiche” partendo dal punto in cui Stanislavskij interruppe il lavoro perché morì. Un giorno parlando con me del suo lavoro sulle azioni fisiche Grotowski disse: “Non è proprio il ‘metodo delle azioni fisiche’ di Stanislavskij, ma quello che c`é dopo”. Era piuttosto un passo successivo.

Grotowski, nel suo lavoro, ridefinisce la nozione di organicità.  Per Stanislavskij “organicità” significava le leggi naturali della vita “normale” che, attraverso struttura e composizione, appaiono sulla scena e diventano arte, mentre per Grotowski organicità  indica qualcosa come il potenziale in un corpo umano di una corrente quasi biologica di impulsi che vengono dall’ “interno” e vanno verso l’adempimento di un’azione precisa. ·

Anche nella questione dell’impulso c’è una differenza tra Stanislavskij e Grotowski.  Nel suo libro “ Il Lavoro dell’attore sul personaggio”,  nel capitolo dedicato a  L’Ispettore generale di Gogol (1936-1937) Stanislavskij scrive a proposito degli impulsi:

“Ripeto ora tutte le azioni segnate su questi appunti  e, per evitare stereotipi (giacché per ora non si sono ancora consolidate in me azioni autentiche e produttive), passerò da un compito all’altro senza eseguirli fisicamente. Per ora mi limiterò a stimolare e rafforzare gli impulsi interiori all’azione. Per quanto riguarda le azioni autentiche e produttive, esse: nascono da sé, ci penserà la natura.

Arkadij Nikolaevic  tenta di non muoversi  affatto, ma di comunicare con gli occhi e la mimica”. (Konstantin S. Stanislawskij, il lavoro dell’attore sul personaggio, cit, p. 217)

Qui Stanislavskij sembra suggerire che il lavoro sugli impulsi sia n relazione con “gli occhi e la mimica“: la periferia del corpo

Grotowski tuttavia, parlando dell’impulso, dice:

“Prima di una piccola azione fisica c’é l’impulso. Qui é il segreto di qualcosa di molto difficile da captare perché l’impulso è una reazione che comincia sottopelle e che è visibile solo quando è già diventato una piccola azione.  L’impulso è così complesso che non si può dire che appartenga alla sfera unicamente corporea” ( J. Grotowski, C’etait une sorte de volcan, cit, p. 99)

Nella  sua conferenza a Liége (1986), Grotowski ha analizzato così la questione:

“E ora cos’è l’impulso? In/pulso – spingere all’interno. Gli impulsi precedono le azioni fisiche, sempre.  Allora, gli impulsi: è come se l’azione fisica, ancora invisibile all’esterno, fosse già nata nel corpo. E’ questo, l’impulso.  Se sapete questo, preparando una parte potete lavorare da soli le azioni fisiche.  Per esempio, quando siete sull’autobus, quando state aspettando prima di rientrare sul palcoscenico. Quando fate del cinema perdete una quantità di tempo aspettando; gli attori aspettano sempre.  Potete utilizzare tutto questo tempo. Senza che gli altri se ne accorgano, potete allenarvi sulle azioni fisiche, e fare le composizioni della azioni fisiche restando al livello degli impulsi. Vuol dire chele azioni fisiche non appaiono ancora ma sono nel corpo,perché sono in/pulso. Per esempio: in un frammento del mio ruolo sono in un giardino su una panchina, qualcuno si siede accanto, lo guardo. Ora lavoro su questo frammento da solo. Esteriormente – non sto guardando questa persona, che mi immagino, faccio solo il punto di partenza, l’impulso di guardarlo. Nello stesso modo faccio il punto di partenza, l’impulso di chinarmi, di toccare la sua mano (quello che Grotowski fa è quasi impercettibile) , ma non lo lascio apparire pienamente come un’azione, sto solo cominciando. Vedete, mi muovo molto poco, perché è solo questa pulsione di toccare.  Ma non esteriorizzo. Ora, cammino, cammino,…ma sono sempre sulla mia sedia. E’ solo così che potete allenarvi sulle azioni fisiche. Ma c’è di più; le vostre azioni fisiche saranno radicate ancora meglio nella vostra natura se allenate gli impulsi, non le azioni. Possiamo dire che l’azione fisica è quasi nata, ma è ancora trattenuta, e così, nel nostro corpo, stiamo ‘impostando’ una reazione giusta, così come si ‘imposta’ la voce. Prima dell’azione fisica, c’è l’impulso, che spinge dentro il corpo, e possiamo lavorare su questo: possiamo trovarci sull’autobus senza che nessuno trovi niente di strano, eppure stiamo lo stesso facendo il nostro allenamento. In realtà, l’azione fisica, se non inizia da impulso, diventa qualcosa di convenzionale, quasi come il gesto. Quando lavoriamo gli impulsi, diventa radicata nel corpo. (J. Grotowski, conferenza a Liège, cit )

L’impulso per Grotowski , è qualcosa che spinge dall’ “interno”del corpo e si estende in fuori verso la periferia; qualcosa di molto sottile, nato “dentro il corpo”, e che, come dice Grotowski, non appartiene unicamente al campo corporeo.

A questo proposito, Grotowski mi disse che gli impulsi sono i morfemi del recitare. Lo interruppi per domandargli che cosa fossero i morfemi: mi disse di andare a guardare nel dizionario. Però continuò a spiegare che un morfema è un pezzetto di qualcosa, un pezzetto elementare. E’ come un elemento base di qualcosa.  E gli elementi di base dell’ “acting” sono gli impulsi prolungati in azioni.

Stanislavskij dunque, alla fine della sua vita è cosciente della questione dell’impulso: parla di “ stimolare e rafforzare gli impulsi interiori all’azione” e del loro apparire come associato con la periferia del corpo(“gli occhi e la mimica”). L’attitudine di Grotowski è che l’attore cerchi una corrente essenziale di vita; gli impulsi sono radicati profondamente “dentro” il corpo e poi si estendono in fuori.

Questo sviluppo del lavoro sull’impulso è logico se teniamo presente che Grotowski cerca di ritrovare gli impulsi organici di un corpo non bloccato che va verso una pienezza non quotidiana.

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