Consigli di lettura

Consigli di lettura

 per una biblioteca essenziale di letteratura teatrale

L’elenco qui riportato è solo una breve, parziale indicazione di massima e non pretende assolutamente di completare e/o esaurire i temi di possibile interesse.

Se desideri approfondire alcuni temi, oltre alle indicazioni riportate in questa pagina, consulta anche “Il Quaderno di Nessuno la nostra rivista on line di Saggi, Letteratura e Documentazione teatrale.

 

ALSCHITZ Jurij: La grammatica dell’attore. Il training (2003) Ed. Ubulibri

Alschitz grammatica attoreLa grammatica dell’attore. Il training (2003) pp. 180 (numerosi stralci pubblicati nella nostra rivista)

Il maestro Russo struttura il testo come fosse una lezione pratica di training di arte dell’attore e consiste in una serie di compiti pratici. Si tratta, sostanzialmente, di più di 150 esercizi, molto utili per la pratica quotidiana, con cui l’attore predispone il proprio apparato psicofisico all’incontro con il personaggio, all’improvvisazione, a vivere sulla scena. Il tutto accompagnato da brevi spiegazioni e da annotazioni, appunti e riflessioni su questioni relative al teatro e alla pedagogia. Un’ottima lettura concretamente utile.

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ALSCHITZ Jurij: La matematica dell’attore (2004) Ed. Ubulibri

Alschitz matematica attore

La matematica dell’attore (2004)  pp. 160

Il maestro russo offre in questo manuale il risultato del suo lavoro di ricerca e formazione: un nuovo metodo di autopreparazione che apre all’attore vie non tradizionali allo studio del ruolo. Possiamo considerare un compendio alla precedente pubblicazione.

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ARTAUD Antonin: Il Teatro e il suo doppio (1938) Ed. Einaudi

Il Teatro e il suo doppio (1938)pp. 262

Artaud considerava tale opera come una critica alle convenzioni teatrali allora vigenti e all’importanza che veniva data al linguaggio drammatico. L’autore si mostra critico verso chi considera le opere teatrali quali pure opere letterarie (privilegiando quindi la loro forma artificiosa). L’autore contrappone a questo modo di intendere il teatro la vitalità dell’esperienza sensoriale dello spettatore.



BARBA Eugenio: Le mie vite nel Terzo Teatro (2023) Edizionidipagina
Eugenio Barba le mie vite nel terzo teatro

Eugenio Barba le mie vite nel terzo teatro

Eugenio Barba è uno dei grandi maestri del teatro del ‘900. Sono molti i libri scritti da lui sin da 1962 e i saggi sulla sua lunga esperienza di fondatore e regista dell’Odin Teatret, di teorico e animatore di un nuovo teatro di gruppo, terzo rispetto alle forme più convenzionali di azione e organizzazione. 
A quasi sessant’anni dalla creazione dell’Odin Teatret, Le mie vite nel terzo teatro è il grande libro della sintesi.
Questa autobiografia professionale ricostituisce con completezza la ricerca del senso di una missione creativa vissuta come mestiere, ma anche come differenza e rivolta. L’essenziale interrogativo sul quale si è fissato l’impegno di Barba – perché fare teatro? – è qui esplorato in tutta la sua complessità. Come voleva il fisico Niels Bohr, però, le uniche risposte a domande primarie sono altre domande, sempre più vertiginose, che scavano ancor più a fondo. Ma un principio fermo guida l’interrogazione: un teatro vale solo se si trascende, se cerca il suo valore provando a liberarsi della sua scontata funzione di teatro.

 

 



BARBA Eugenio: Teatro. Solitudine, mestiere, rivolta (2000) Ed. Ubulibri


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Teatro. Solitudine, mestiere, rivolta (2000) pp. 328

Eugenio Barba, da cinquant’anni regista, teorico e animatore dell’Odin Teatret, ripercorre qui le tappe fondamentali della sua pratica teatrale: la frattura originaria con la tradizione, l’importanza del laboratorio e del training, i viaggi e i baratti nel sud del mondo, il Terzo teatro come ricerca di senso oltre ogni etichetta, la trasmissione dell’eredità.  E’ una zigzagante autobiografia, una storia pluridecennale della scena e dell’uomo al di fuori della scena, , un manuale di lavoro e uno studio sulla dialettica di gruppo, pieno di folgoranti visioni creative.

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Barba Savarese i cinque continenti del teatroBARBA E./SAVARESE N.: I Cinque continenti del teatro (2018) Edizioni di pagina

I Cinque continenti del teatro. Fatti e leggende della cultura materiale dell’attore (2018) pp 407

L’incipit del libro è: “Caro lettore, vorrei qui raccontarti come è nata l’idea di questo libro perché l’origine, come sai, è nello stesso tempo l’inizio e il fondamento…”. Un ampio ed entusiasmante viaggio/libro che Eugenio Barba e Nicola Savarese pubblicano dopo 20 anni di lavoro. Nella premessa del volume, troviamo un affascinante dialogo tra due personaggi: Bouvard e Pécuchet. Ma chi sono costoro ?
I protagonisti di un romanzo


di Gustave Flaubert pubblicato postumo nel 1881? Sì, certo! Ma in questo caso, sospettiamo, immaginiamo, ipotizziamo che si “nascondano” abilmente i due autori del testo cui facciamo riferimento: Eugenio Barba e Nicola Savarese.
Dunque cosa può esserci di meglio che “ascoltarli”, come fossimo in loro compagnia davanti ad un caffè.
I due autori completano la loro ricerca sui presupposti dello spettacolo indagando le tecniche ausiliarie che, nella loro varietà e materialità, riguardano: le diverse circostanze e i tempi che generano gli spettacoli teatrali; gli aspetti economici e organizzativi; le informazioni da dare al pubblico; gli spazi dello spettacolo e quelli degli spettatori; l’illuminazione, l’acustica, la scenografia, il trucco, il costume e gli accessori; il rapporto che si stabilisce tra attore e spet-tatore; il modo di viaggiare degli attori e persino degli spettatori. Si tratta della cultura materiale dell’attore organizzata intorno alla doppia spirale di tecniche del corpo-mente e tecniche ausiliarie.
E’ un libro di una vastità stupefacente, da consultare, con una ricchissima iconografia.

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brook grotowskiBROOK Peter: Insieme a Grotowski (2011) Ed. RueBallu

Insieme a Grotowski (2011)pp.144 (vai alla presentazione)

In questo libro – il libro dell’amicizia – grazie ai testi, alle conferenze, alle testimonianze, seguiamo il percorso del regista polacco, alla ricerca di una forma perfetta, dell’arte come veicolo

 



Cechov M tecnica attore

CECHOV Michail: La tecnica dell’attore – pp 160 – Ed. Dino Audino

La tecnica dell’attore – pp 160

Michail Cechov è il nipote di Anton, il grande drammaturgo. Stanislavskij lo considerava il suo più brillante allievo. Il libro in effetti raccoglie e sviluppa il Metodo di Stanislavskij sulla memoria emotiva per spingerlo verso la definizione del Gesto Psicologico. Una breve citazione dal libro: “L’attore comincia ad esplorare il copione e, nel farlo, deve esplorare se stesso. Tutte le battute, tutte le situazioni che si trovano nell’opera sono silenziose per l’attore finché non trova se stesso dietro di loro…La parola scritta deve diventare parola parlata”. Queste poche righe sono ricche di significato e, in una estrema sintesi, espongono un’idea fondamentale del Metodo Stanislavskij: l’attore non recita, ma vive sulla scena, porta in scena se stesso…Non sono Romeo, non sono Giulietta, sono me stesso nella situazione di Romeo o di Giulietta.

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DECROUX Etienne: Parole sul Mimo pp 160 – Ed. Dino Audino

decrouxParole sul Mimo pp 160 – numerosi stralci pubblicati nella nostra rivista

“Parole sul mimo” è il primo grande classico del teatro gestuale contemporaneo nonché il primo libro scritto da un mimo sulla sua arte. Étienne Decroux, punto di riferimento imprescindibile nel teatro del Novecento, raccoglie in questo libro riflessioni, articoli, testi di conferenze, note per i suoi corsi di formazione svoltisi a Parigi, Milano e NeVv York, dando forma organica a quella esperienza di lavoro che lo ha portato a definire le basi teoriche e pratiche dell’arte del mimo come noi oggi la conosciamo. Con esse, ha scritto Strehler, Decroux arriva «a disegnare alla base il profilo di un teatro, la forma di un teatro del domani, che partendo dal corpo, e da esso solo, nello spazio dell’universo, nel vuoto, nella nudità, nel silenzio (o nella musica delle sfere), ritrovi il senso e la forma originaria della teatralità umana più essenziale».

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GROTOWSKI Jerzy: Per un teatro povero (1968) Ed. Bulzoni

grotowski teatro poveroPer un teatro povero (1968)pp 306 numerosi stralci pubblicati nella nostra rivista

Nel 1968 esce una raccolta di saggi intitolata “Per un teatro Povero” (Bulzoni Editore 1970). Una sorta di manifesto delle tecniche teatrali ideate da Jerzy Grotowski (1933-1998), che hanno rivoluzionato il teatro. Grotowski, insieme al suo allievo Eugenio Barba, direttore e fondatore dell’Odin Teatret, è considerato uno dei padri del teatro contemporaneo.

Scrive Peter Brook nella sua prefazione al libro:

“Grotowski è straordinario.

Perché ?

Per quanto io ne sappia, nessun altro al mondo, dopo Stanislavskij, ha condotto una ricerca così approfondita e completa sulle caratteristiche, la fenomenologia e il significato della recitazione, sulla natura e la scienza dei processi mentali, fisici ed emotivi ad essa connessi”.

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LEBRETON Yves: SORGENTI Nascita del Teatro Corporeo (2012) Ed. Titivillus

commedia arteSORGENTI Nascita del Teatro Corporeo (2012) pp.365 (Vai alla presentazione)

Quello di Le Breton è uno scritto, al contempo autobiografia e saggio, in cui ci invita a cogliere le “sorgenti” ispiratrici della sua ricerca artistica. Traccia le tappe del suo impegno sulla via elitaria del Teatro Astratto il cui assolutismo lo spingerà ad intraprendere la propria “desacralizzazione” tramite la sovversione del comico e il teatro popolare. Distante dalle convenzioni storiche, ripensa l’insegnamento di Étienne Decroux nel contesto del teatro contemporaneo, provocando inattesi confronti tra Edward Gordon Craig, Adolphe Appia, Émile Jaques-Dalcroze, Jacques Copeau, Antonin Artaud e Jerzy Grotowski. Non senza spirito critico, analizza le basi dell’Antropologia Teatrale di Eugenio Barba. Sorprendentemente per un artista del silenzio, il suo studio della voce incentrato sui ritmi respiratori e il significato originario dei fonemi, lo conduce ai confini del linguaggio primario. Il maestro Ives Lebreton ci prende per mano in un testo estremamente colloquiale e ci porta a spasso nel teatro del ‘900 (e non solo nel teatro) . Come se, ascoltandolo narrare, stringessimo fiduciosi da un lato la Sua mano e con l’altra mano ci ritrovassimo, come per incanto, a stringere anche quella di Decroux, Grotowski e degli altri grandi, e tutti fossero lì intorno a noi, magari anche in pantofole e vestaglia.

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KANTOR Tadeusz: Il teatro della morte (1979) Ed Ubulibri

Il teatro della morte (1979) pp. 304

Sta tra l’antologia e l’autobiografia; è una raccolta di materiali da lui scritti sul suo lavoro e sulle arti. E’ un testo base per chi fa teatro oggi.



RICHARDS Thomas: Al lavoro con Grotowski sulle azioni fisiche (1993) Ed. Ubulibri

commedia arteAl lavoro con Grotowski sulle azioni fisiche (1993)  pp 141 numerosi stralci pubblicati nella nostra rivista

Richards dirige, insieme a Mario Biagini, il workcenter of Jerzy Grotowski di Pontedera, dopo la morte di Grotowski avvenuta nel ‘99. Richards, diretto collaboratore di Grotowski, ci chiarisce molti interrogativi sul lavoro dello stesso Grotowski. Citazioni dello stesso Grotowski e di Richards chiariranno meglio di molte parole. Grotowski: “considero questo libro un resoconto prezioso che permette di assimilare alcuni di quei principi semplici e basilari che l’autodidatta o volte arriva a conoscere solo dopo anni di brancolamenti ed errori”…e poi ancora: ““la natura del mio lavoro con Thomas Richards ( … ) ha il carattere della ‘trasmissione’; trasmettergli ciò che ho raggiunto nella mia vita, l’aspetto interiore nel lavoro.” E invece scrive Richards: “”Grotowski ha idee molto precise a proposito del periodo finale del lavoro di Stanislavskij. È convinto che il metodo delle azioni fisiche sia la perla più preziosa nel lavoro di Stanislavskij. Perché Grotowski considera questo metodo come la più utile scoperta di Stanislavskij ? E come ho imparato da Grotowskì a lavorare con le azioni fisiche?” Nel libro la risposta a queste domande …ed a tante altre.

E’ il libro giusto per chi vuol capire cos’è il Metodo delle Azioni Fisiche per Grotowski.

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STANISLAVSKIJ Konstantin: Il Lavoro dell’attore su se stesso (1938)  Ed. Laterza

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Il Lavoro dell’attore su se stesso (1938)  pp 600

Chi va a Roma desidera visitare il Colosseo; chi va a Parigi desidera visitare la Tour Eiffel; chiunque si interessi di teatro, a tutti i livelli, non può non desiderare di leggere questo testo. Il libro viene scritto sotto forma di diario di un immaginario attore, Kostantin Nasvanov, che frequenta la scuola di teatro del regista Arkadij Nicolaevic Torcov dove egli apprende, durante i due anni di corso, le varie fasi del metodo.
Si divide in due parti.

Nella prima parte l’autore spiega che è fondamentale rivivere la scena evitando la recitazione d’istinto ma utilizzando la psicotecnica con cui si porta l’attore in una condizione creativa che consente il prodursi del processo creativo subcosciente.

Nella seconda parte del libro, Stanislavskij scrive che, per arrivare alla realizzazione del personaggio, un passaggio fondamentale è rappresentato dal perfezionamento del nostro apparato fisico in tutti i suoi aspetti; questo, nel suo insieme, deve essere in grado di rappresentare al meglio le sensazioni interiori.

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STANISLAVSKIJ Konstantin: Il Lavoro dell’attore sul personaggio (1957) Ed. Laterza

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Il Lavoro dell’attore sul personaggio (1957)  pp 324

E’ una raccolta di studi critici ed appunti raccolti da Konstantin Sergeevič Stanislavskij pubblicata postuma nel1957.
Il testo rappresenta un approfondimento del primo lavoro, Il lavoro dell’attore su se stesso, che è complementare per uno studio dell’arte della recitazione e della messa in scena.

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STRASBERG Lee: Il sogno di una passione (1987) Ed. Ubulibri

Strasberg il sogno di una passione

Il sogno di una passione (1987)  pp 150

Prima delle scoperte del grande regista russo Konstantin Stanislavskij, si pensava che la recitazione fosse fondata o sull’ispirazione o sull’esteriorità. Ora conosciamo un terzo approccio. Questo libro si propone di offrire numerose informazioni che illustrano questo terzo approccio, comunemente chiamato “il Metodo”.  Ho cercato di riunire questi materiali nell’ordine secondo il quale li ho conosciuti o scoperti, così che il lettore possa comprendere lo sviluppo del Metodo nello stesso modo in cui io divenni consapevole del problema dell’attore e della sua soluzione.” (Lee Strasberg)

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consigli di Lettura per letteratura teatrale

Testi sulla Commedia dellArte

BRAGAGLIA Anton Giulio: Pulcinella (1953) Ed. Casini/Sansoni

Pulcinella (1953) pp.595

Una vera monografia sulla “commedia improvvisa” e lo specchio di trecentocinquanta anni del più vero teatro italiano



COSTANTINI Angelo: Vita di Scaramuccia (1695) Ed. Einaudi

Vita di Scaramuccia (1695) pp103

Primo romanzo dell’attore e scrittore veronese Angelo Costantini, Vita di Scaramuccia fu pubblicato a Parigi per la prima volta nel 1695. Un romanzo, tra realtà e finzione, dove Costantini racconta la vita del comico napoletano Tiberio Fiorilli, nutrendosi del genere picaresco spagnolo per omaggiare la cita del più importante attore della Commedia dell’Arte.



NICOLI Allardyce.; Il mondo di Arlecchino (1965)  Ed. Bompiani

commedia arteIl Mondo di Arlecchino. Studio critico della Commedia dell’Arte  pp. 286



PANDOLFI Vito: La Commedia dell’Arte (6 volumi) (1988) Ed. Le Lettere

La Commedia dell’Arte (6 volumi) (1988)

Elementi costitutivi. Zanni, Magnifico, Capitano, Dottore, Gli innamorati, Componimenti teatrali dei comici, Verso l’opera buffa,  Le commedie mimiche, L’arte comica e la Chiesa,  La poetica, Goldoni e Gozzi,



PROTA-CIURLEO Ulisse: I Teatri di Napoli nel secolo XVII  (1962) Ed. Il Quartiere

I Teatri di Napoli nel secolo XVII  (1962) Vol. I, Analecta: pp. 280; Vol. II, La Commedia: pp. 240; Vol. III, L’Opera in Musica: pp. 384.

I Teatri di Napoli nel secolo XVII costituisce l’opera di maggior impegno di Ulisse Prota-Giurleo. Nel biennio 1932-33 Prota-Giurleo aveva gia’ completato la stesura dei manoscritti delle due parti: La Commedia e L’Opera in Musica. Solo nel 1962, per i tipi dell’editore Fausto Fiorentino, pubblicò la prima parte dell’opera con il titolo: I teatri di Napoli nel ‘600. La commedia e le maschere. L’aggravarsi della malattia, che lo condusse alla morte nel 1966, impedi’ ad Ulisse Prota-Giurleo di portare a compimento la sua opera con la pubblicazione de L’Opera in Musica.



SCALA Flaminio: Il teatro delle favole rappresentative (1611)   Ed. Il Polifilo

Il teatro delle favole rappresentative (1611) (overo La ricreatione comica, boscareccia, e tragica : divisa in cinquante giornate)

Nel 1611 Scala pubblicò Il teatro delle favole rappresentative, un libro elegante nel quale l’attore-autore raccoglieva i canovacci delle sue opere, gli «scenari», ossia l’essenziale della sua drammaturgia



SICA Anna: Eros nell’arte: lo spettacolo delle maschere (1999)   Ed. L’Epos

Eros nell’arte: lo spettacolo delle maschere (1999)

Breve saggio sulle maschere e la commedia dell’Arte con le sue implicazioni erotiche



EVANGELISTA Anna: I canovacci della Commedia dell’Arte (2007)  Ed. Einaudi

I canovacci della Commedia dell’Arte (2007) 853 pp

Anna Evangelista, riunisce ora in questo volume una cospicua raccolta dei più interessanti canovacci, o scenari che dir si voglia, tutti tratti da stampe o manoscritti seicenteschi. Sappiamo che, a partire dalla fine del Cinquecento fino a Goldoni, si recitava “a soggetto”. Ma che cosa erano i soggetti? Com’erano scritti? Quali le loro caratteristiche linguistiche?



TAVIANI/SCHINO: Il segreto della Commedia dell’Arte (2007) Ed. La Casa Usher

commedia arteIl segreto della Commedia dell’Arte (2007)  537 pp

Lo sguardo esterno, quello degli spettatori e degli storici, cataloga e seleziona gli elementi della Commedia dell’Arte e ne fa strutture e necessità; ma i comici non viaggiano, non recitano, non vivono nel teatro con queste necessità e per tali strutture. Il segreto della “Commedia all’improvviso” è nell’intreccio di molte storie, e il libro si costruisce su più livelli di organizzazione e di ricerca.



TEOFRASTO: Caratteri (2010) Ed. Garzanti

Caratteri (2010) pp 108

Discepolo di Aristotele, Teofrasto (secc. IV-III a.G.) scrisse diverse opere filosofiche e storico-filosofiche. La sua opera più celebre sono i “Caratteri”, breve e variopinta galleria di trenta “tipi umani”, descritti con fine penetrazione psicologica.  i “Caratteri” sono un repertorio retorico a uso dei poeti comici, i cui personaggi peccano, più che contro l’etica, contro l’educazione, il buon gusto e la moda.