uccello azzurro maeterlinck

Uccello Azzurro Maeterlinck.  Elaborazione e Regia Sandro Conte.

UCCELLO AZZURRO MAETERLINCK

 

Uccello Azzurro Maeterlinck

 

Elaborazione e Regia Sandro Conte.

Collaborazione Alberto Menenti

 

Festival OTIS 2025

Oltreconfini: il Teatro incontra la Scuola, con il patrocinio del Ministero della cultura e del MiM.

 

Spettacolo presentato da L’Ist. B. Pascal di Roma, referente rete Otis Gina Lullo, Dirigente Antonio Volpe

 

Rappresentazioni Uccello Azzurro Maeterlinck

Ist. B. Pascal, Roma 23 maggio 2025

Teatro delle Muse, Roma 28 maggio 2025

 

 

 

UCCELLO AZZURRO MAETERLINCK

 

  

 

UCCELLO AZZURRO MAETERLINCK

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota di presentazione uccello azzurro maeterlinck

L’uccello azzurro di M. Maetelinck (Nobel per la letteratura nel 1911) è la storia di un viaggio fantastico compiuto da due bambini, Tyltyl e Mytyl, per trovare l’uccellino azzurro della felicità che potrebbe guarire una bimba malata. Li accompagnano Luce, Pane, Cane, Gatto, Tempo, Zucchero e altri. I bambini incontrano i Nonni morti mentre il Gatto, per salvarsi la vita trama alle loro spalle e, come per tutte le favole, eccetera eccetera…

Questa la storia sintetica.

Ma è solo questo? L’Uccello Azzurro di Maeterlinck è solo una storia per bambini?

Subito ci viene in mente l‘esperienza del Piccolo Principe di Saint-Exupery (1943), in cui l’autore ci invita a riflettere sull’importanza di guardare al di là delle apparenze e di vedere anche l’invisibile con il cuore.

Ci viene in mente il mistico persiano Farid al-Din ‘Attar (1145-1221) e il suo “Il parlamento degli uccelli” (1177), portato in scena da Peter Brook. Un gruppo di uccelli parte, guidato da un’ upupa, alla ricerca del Simurgh, il loro re. Nella storia si raccontano le loro esitazioni e incertezze durante questo viaggio. Per raggiungere il Simurgh gli uccelli attraverseranno le valli dell’amore, della conoscenza, della ricerca ecc., fino a scoprire che il Simurgh sono loro stessi e ammirando il Simurgh vedranno loro stessi riflessi come in uno specchio.

Un  noto sceneggiatore mi faceva riflettere che molti registi in realtà girano sempre lo stesso film. Apparentemente i film sono diversi, in realtà il soggetto è lo stesso, declinato in situazioni diverse. Una volta il soggetto è ambientato nel presente, un’altra volta nel passato e un’altra ancora nel futuro. Soggetto lo stesso, variano le sceneggiature.

Per l’ Uccello Azzurro e per i testi prima citati si tratta sempre dello stesso soggetto, meravigliosamente rivisitato da “mani” diverse. Il soggetto potrebbe essere: “un percorso di conoscenza”, o anche: “un viaggio di formazione”.

Nell’Uccello Azzurro, i due protagonisti, Tyltyl e Mytyl, viaggeranno dal Paese del Ricordo al Palazzo della notte ai Giardini dei Piaceri al Palazzo dell’Avvenire. E in questo percorso di conoscenza saranno accompagnati da Luce, Fata, Pane, Cane, Gatto, gli Alberi, l’Amore Materno, dallo Zucchero e dal Tempo.

Ma tutti hanno qualcosa di peculiare. Dietro la loro natura visibile c’è dell’altro, gli oggetti hanno un’anima e quindi vediamo che:

ACQUA – Io sono l’Acqua che esce dal rubinetto…

ZUCCHERO – Io sono l’anima dello Zucchero!..

Come non leggere in queste battute alcuni versi della Bhagavad Gita (III secolo a.C.- I secolo d.C.) : “…dell’acqua sono il sapore…del sole e della luna la luce…del fuoco io sono il calore…” (B.G. VII, 7,8)

E poi…

La FATA – È il grosso Diamante che fa vedere…è fatato…Si vede all’istante tutto quel che c’è nelle cose; l’anima del pane, del vino, del pepe… si vede il Passato… Ancora un piccolo giro, e si vede l’Avvenire…

Maeterlinck è accomunato al movimento Simbolista sviluppatosi in Francia negli ultimi due decenni del XIX secolo. L’elemento fondamentale del Simbolismo è che sotto la realtà apparente, quella percepibile con i sensi, ve ne sia un’altra più profonda e misteriosa, a cui si può giungere solo per mezzo dell’intuizione poetica.

Nell’Uccello Azzurro infatti esce allo scoperto l’anima degli oggetti che parlano come persone umane.

Ricordiamo anche che sono di quegli anni gli scritti del filosofo austriaco Rudolf Steiner (1861 – 1925), fondatore della Antroposofia o “scienza dello spirito”.

E poi

dopo che i personaggi hanno avuto l’opportunità di vedere l’invisibile celato nel visibile, sul finale:

IL PANE – I vostri occhi stanno per chiudersi sulla vita invisibile delle cose

E poi…

LA LUCE –… Ma io veglio su loro fino alla fine dei giorni….Ricordatevi che sono io che vi parlo in ogni raggio di luna che si effonde, in ogni stella che sorride, in ogni aurora che si leva, in ogni lampada che si accende, in ogni pensiero buono e chiaro della vostra anima.

Come non vedere il passo del Vangelo di Matteo Mt 28,16-20

“… Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

 

La favola inizia nella capanna del taglialegna e nella nostra elaborazione Tyltyl e Mytyl, i due bambini protagonisti, scopriranno alla fine di non essere andati nel Paese del Ricordo, nel Palazzo della Notte, nei Giardini dei Piaceri, nel Palazzo dell’Avvenire, ma di essere restati sempre nella stessa capanna del taglialegna.

Il loro è stato un viaggio di coscienza, non si sono in realtà mai mossi.

Ma come nel segreto dei Misteri Eleusini, come nella tradizione orientale del “terzo occhio” aperto sul mondo spirituale, il lettore e lo spettatore usciranno da questa storia con una visione nuova del mondo circostante.

 

Buona visione

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