Il Gesto Psicologico, appunti di Sandro Conte

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Il Gesto Psicologico

Appunti di Sandro Conte 

da “La tecnica dell’attore” di M. Cechov

gesto psicologicoPer iniziare facciamo un esempio di Gesto Psicologico che tutti compiamo ogni giorno:

il dare la mano.

Ci sono 2 componenti: l’azione del dare la mano e le qualità con cui diamo la mano. Il dare la mano è il “cosa”: cosa faccio ? Dò la mano.  La modalità, la qualità con cui dò la mano è il “come” .

Buona lettura

P.S. Questi appunti sono anche il testo del video con lo stesso titolo CLICCA QUI

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Il Gesto Psicologico

Appunti di Sandro Conte

da “La tecnica dell’attore” di M. Cechov

Questi appunti sono anche il testo del video con lo stesso titolo CLICCA QUI

Michail CechovIl Gesto PSICOLOGICO è una tecnica di Michail Cechov.

Per iniziare facciamo un esempio di Gesto Psicologico che tutti compiamo ogni giorno:

il dare la mano.

Ci sono 2 componenti: l’azione del dare la mano e le qualità con cui diamo la mano. Il dare la mano è il “cosa”: cosa faccio ? dò la mano.  La modalità, la qualità con cui dò la mano è il “come” .

C’è chi vi dà la mano molle, inconsistente, a volte lascia una sensazione sgradevole. C’è invece chi va dà la mano “stritolando” la vostra, come a dire: “sono io, ricordati di me”. Entrambi questi esempi sono il “come”.

Quindi il “cosa” è il dare la mano, il “come” sono le modalità, le qualità con cui dò la mano.

Nel suo complesso il tutto è un Gesto Psicologico: descrive la psicologia di chi lo compie.

Torniamo a Michail Cechov.

Michail Cechov (1891-1955), nipote di Anton, è stato uno degli allievi di Stanislavskij al Primo Teatro d’Arte di Mosca e divenne uno dei più grandi attori russi,

Scrive Michail Cechov: ”La parola è un gesto trasformato in suono”

Se è così il lavoro dell’attore è risalire dalla parola al gesto che ha creato la parola stessa. Il gesto precede la parola e quasi la plasma.

Nella mia lezione di teatro on line n°6 ho presentato il suo libro “La tecnica dell’Attore” dove raccoglie e sviluppa il metodo Stanislavskij sulla Memoria Emotiva per spingerlo verso la definizione di Gesto Psicologico.

Ma che cosa è il GESTO PSICOLOGICO per Cechov ?

(nel suo libro, da cui sono tratti i miei appunti, lo chiarisce)

Tutti nel linguaggio di ogni giorno usiamo espressioni del tipo

  • SALTARE A UNA CONCLUSIONE

  • TASTARE LA SITUAZIONE

  • SCOPPIARE IN LACRIME

  • TAGLIARE I PONTI

  • AFFERRARE UN’IDEA

Appare chiaro che non vogliamo realmente TAGLIARE o SALTARE, ma che la tendenza è “come se” lo facessimo realmente. “Come se” la tendenza a generare quel gesto esistesse veramente nella nostra mente. Così possiamo dire che uno stesso movimento che in un determinato caso è fisico (gesto) in un altro caso è psicologico ed è composto di qualità ed immagini. Quindi Cechov conia il termine di Gesto Psicologico che indicherà il gesto insieme ai sentimenti ad esso collegati.

In un copione  troviamo i turbamenti dell’autore, i suoi sentimenti, le risate, il suo amore, il sesso, il suo odio, tutto nascoste dietro le parole stampate sulla carta. Il compito dell’attore è dissigillare tutti questi tesori

Ci sono due modi per farlo.

Il primo è un approccio intellettuale: si organizza una bella tavola rotonda, leggiamo il copione, viene capito a fondo il significato delle parole, la trama, il contenuto e ci si riflette e dalla tavola rotonda usciamo soddisfatti dell’aver dipanato l’opera, raggiungiamo una soddisfazione estetica, mentale, ci congratuliamo con noi stessi e con tutti gli intervenuti. L’opera è dissigillata, sì…ma non per l’attore.

Qual è allora il lavoro dell’attore?

L’attore legge l’opera più volte usando il suo occhi mentale più del suo occhio fisico. Immagina le ambientazioni, gli eventi, le voci, le atmosfere, vede scorrere tutto davanti a se, vive dall’interno i desideri dei personaggi e piano piano l’opera dell’autore inizia a diventare anche l’opera dell’attore e il principio guida può essere il Gesto Psicologico.

Ogni personaggio sulla scena ha un desiderio principale e una maniera tipica di esaudire questo desiderio. Sappiamo che il desiderio di un personaggio è la sua volontà, il “Cosa”, e la sua maniera di cercare di ottenere ciò che desidera è la sua qualità , il “Come”. Più si diventa sensibili a questo tipo di alterazioni nel gesto, più cambiamenti impercettibili si possono fare.

C’è un esercizio che faccio fare spesso nelle mie lezioni: l’attore dice la sua battuta in maniera “normale”, come immagina vada detta. Poi varia la posizione della testa e delle spalle, delle braccia, delle mani, dei gomiti, la curva del collo, e della spina dorsale, la direzione dello sguardo ed ad ogni variazione l’attore sperimenta come varia la sensazione che lui stesso ha. Ogni piccola variazione richiamerà nel suo spirito creativo le qualità e i sentimenti  corrispondenti.

Dal momento che il gesto psicologico è composto dalla volontà, permeata di qualità, può facilmente comprendere ed esprimere la completa psicologia del personaggio.

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“Bisogna ammettere nell’attore l’esistenza di una sorta di muscolatura affettiva corrispondente alla localizzazione fisica dei sentimenti” (A. Artaud; Il teatro e il suo doppio, pag 242).

 

Dal momento che il gesto psicologico è composto dalla volontà, permeata di qualità, può facilmente comprendere ed esprimere la completa psicologia del personaggio.

 

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