il vianDante (a spasso, tra poco realtà e tanta fantasia, nel 2° cerchio dell'inferno dantesco) - ATTO UNICO - Personaggi: il VianDANTE VIRGILIO BEATRICE il BOCCACCIO MINOSSE PAOLO FRANCESCA DIDONE ELENA SEMIRAMIDE CELOPATRA Beatrice scende nel limbo ad invocare l'aiuto di Virgilio affinché accompagni Dante "fra le perdute genti" e lo aiuti a "ritrovare la diritta via". Virgilio acconsente e segue Dante...fino al 2° cerchio dell'inferno, custodito da Minosse ed in cui vengono puniti i peccatori carnali, che hanno sottomesso la razionalità agli impulsi fisici. Qui, tra i tanti, si trovano "gli amanti per antonomasia" Paolo e Francesca e le 4 regine: Didone di Cartagine, Elena di Troia, Cleopatra d'Egitto e Semiramide, assiro-babilonese. Partecipazione straordinaria del Boccaccio che, imprevedibile più che mai, scandisce il cambio di ritmo della vicenda attraverso commenti mirati a bordo scena. Prembolo con decisa aderenza al testo (frequenti sono le citazioni testuali). A seguire cambio di ritmo in cui si inserisce una parentesi di pura invenzione. Descrizione di massima dei personaggi: il VianDANTE: è il sommo poeta in viaggio tra le anime dei dannati. Parla fiorentino. Alterna momenti di sommi pensieri ad altri in cui si presta ad ingenui siparietti. Almeno in partenza gradisce la presenza di Virgilio al suo fianco...via via si rapportano in modo "straordinario" così come accade, peraltro, agli altri protagonisti della vicenda. VIRGILIO: accetta di buon grado la proposta di Beatrice ed accompagna Dante nel suo viaggio. Parla ora dialetto, ora italiano. Talvolta prende le distanze dalle vicende in quanto ritenute "troppo distanti dall'originale". BEATRICE: figura angelica. Quando entra in scena attorno a se la luce diventa avvolgente. Ha a cuore Dante e fa di tutto affinché il suo cammino sia il meno tortuoso possibile. MINOSSE: è il giudice dei dannati all'ingresso del cerchio, è muscoloso ed ha una coda "pluri- funzionale". Non molla l'immancabile notes su cui segna da "gran conoscitore de la peccata" tutte le confessioni dei dannati che si presentano al suo cospetto. Parla con accento veneto. PAOLO : Innamorato nel vero senso della parola. Vede solo Francesca ed in lei si specchia la sua anima. Nonostante le tribolazioni infernali vive a pieno il suo amore. Parla con cadenza romagnola. FRANCESCA: Inseparabile da Paolo. Loro due sono le uniche anime che girano accoppiate. Apprezza il sostegno del Boccaccio ; vive la storia con Paolo riprendendola laddove si era interrotta per mano omicida del marito. Parla con cadenza romagnola. DIDONE: regina di Cartagine. Permalosetta e rancorosa, piuttosto depressa e svogliata. ELENA: regina di Troia. Accusata della guerra di Troia non perde occasione per giustificarsi o per dare una spiegazione ad ogni suo comportamento. Anche quando non è richiesta. SEMIRAMIDE: regina assiro-babilonese. Imponente e temeraria. Non accusa i colpi lanciati dalle altre regine o dagli altri protagonisti e con la sua praticità ribatte sempre tutto. CELOPATRA regina d'Egitto. Non riesce a tenere a bada la sua indole ed usa il suo fascino in ogni situazione. il BOCCACCIO: personaggio che da il ritmo e detta le regole del cammino "rivisto" fra le anime dei lussuriosi. La sua è una presenza da "commentatore a bordo campo". Scena: Una selva, con sassi (che fungono anche da sedute in alcune occasioni della recitazione), fondamentale l'uso delle luci per creare l'oscurità alternata al bagliore. Creare una zona velata in cui inizialmente girano le anime dannate. ********************** Si apre il sipario sulla Selva entra il Sommo poeta declamando l'inizio del poema...procede lentamente sia nel passo che nella recitazione...poi se ne esce di scena... Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! La musica si fa via via più alta, le luci si alzano progressivamente e da dietro una roccia fa capolino Virgilio intento a leggere un libro... VIRGILIO: Io era tra color che son sospesi, e donna mi chiamò beata e bella, tal che di comandare io la richiesi. Lucevan gli occhi suoi più che la stella; e cominciommi a dir soave e piana, con angelica voce, in sua favella. Virgilio continua la sua lettura. Musica. Entra in scena, Beatrice. BEATRICE: "O anima cortese mantoana, di cui la fama ancor nel mondo dura, e durerà quanto ’l mondo lontana... Virgilio...son Beatrice...l'amore mi ha fatto venire qui a parlarti, vengo da un luogo dove desidero ritornare...il Paradiso...son qui per chiederti di aiutare Dante, l'amico mio che nella diserta piaggia è impedito e temo che non sia già si smarrito... VIRGILIO: Beatrice, Beatrice...n'anima pura come la tua...qui alle porte dell'inferno, tra le anime dei dannati...non tieni paura? BEATRICE: Non temo le anime dei dannati, nessuna fiamma dell'Inferno mi potrà danneggiare, in Paradiso anche la Vergine si è commossa di fronte al fatto che Dante potesse correre pericoli nella selva ...e si è rivolta a me...ora, Virgilio, a te mi dirigo...a te mi dirigo affinché tu sia di Dante, nel cammin arduo e selvaggio, guida, maestro e compagn di viaggio. Lentamente e leggiadramente Beatrice chiude gli occhi, apre le braccia e se ne esce di scena con le braccia aperte ed il sorriso sulle labbra. VIRGILIO: Ecco toh...Dante, Dante, mi tocca seguirti...sei curioso ma hai paura della tua ombra... ma, d'altronde, per andare a spasso fra le anime dall'inferno bisogna avere un bel fegato... Io son qua, sospeso nel Limbo, sempre sul "chi va là", certo...privo di pena ma...anche del privilegio di beneficiare della visione di Dio... (abbassa lo sguardo, se ne torna a sedere sulla roccia e si abbassano le luci). Si accende una luce mirate su Boccaccio che entra in scena per una delle sue "incursioni"... BOCCACCIO: Fate del suo cammin, oh Vate Virgilio, un continuar non solingo, al fianco suo restate affinché non ceda il suo ardor, al fianco suo...baston siate quand'egli troppo stanco apparirà, luce siate quand'egli sol tenebra vedrà, conforto siate quand'egli, discerner non saprà il sogno dalla realtà... VIRGILIO:(alzando la testa ) Chi siete voi? BOCCACCIO: Virgilio, Virgilio...notizia non hai del mio vissuto e di chi io sia...è cosa buona e giusta...di tal viaggio del sommo poeta, per crude selve, per acque...or torbide, or limpide, or impetuose, per montani pendii ...acerbi e sazi d'umana fatica...ecco si diceva...a tal viaggio... ben qualche anno a seguire son nato...ma al nostro Dante pur io son legato...io son "Iohannem de Certaldo".....o si dica "Giovanni da Certaldo"...noto son come "il Boccaccio"... VIRGILIO: (si alza e gli si avvicina) Boccaccio...che dire...muto mi lascia il legame vostro a Dante e pensar mi fa che voi, così come me, ben gli volete ...ed il mio cor sobbalza...per mezzo di nobil favella dir mi sappia come Dante in vostra vita sia entrato... BOCCACCIO: In primis, chiara cosa sia, che immensa ammirazion per il poeta io versavo...lume fu, raggio fu, sprazzo fu, bagliore fu, chiarore fu...di più...LUCE fu! ... quand'io, giovan e tanto curioso, primi prudenti passi muoveo in quel loco in cui arte, letteratura e poesia facevan frutto e Dante linfa donò ai miei giovanil studi ... VIRGILIO: Ed ora con noi verso l'Inferno t'approcci? BOCCACCIO: Saper si deve che a tal dantesca "Comedia"..un "Trattatello in Laude" ho serbato e ....mi si permetta, con orgoglio ora dico...che come "Divina" da me fu appellata... e "Divina Commedia" nel comun parlato, con garbo, è poi entrata. Mirar non voglio peregrinar tra l'anime dei peccatori infami...(si avvicina a Virgilio e lo prende a braccetto) lascio voi, Virgilio con Dante, passeggiar nella radura...quel che proverò a far sarà render "un cicin boccaccesca" quest'avventura! (E se ne esce di scena assieme a Virgilio...) Si abbassano le luci ....si crea atmosfera cruda...siamo nell'inferno dantesco, si alternano rumori di vento più o meno forti, c'è foschia, forti urla dei dannati...ed entra Minosse ...si alzano leggermente le luci per dar modo alle "anime"di sfilare..(Se possibile prevedere dei veli dietro i quali si intravedono le anime sfilare, in questo momento le anime portano un mantello scuro ed il loro volto è chino con lo sguardo a terra....). Minosse è il guardiano del girone dei lussuriosi, è il giudice infernale, ringhia di rabbia e con la sua coda attorciglia le anime. Tra i rumori e le urla si sente Minosse ringhiare e richiamare i peccatori: MINOSSE (ringhiando): avanti....peccatori....rei siete.....il vizio vi travolse....anime travagliate......anime traviate....dov'è moralità? ...dov'è? (Nel frattempo le anime continuano a sfilare, Paolo e Francesca sempre accoppiati, le 4 regine singolarmente a seguire). Entrano Dante e Virgilio ed osservano impauriti ciò che li circonda. Minosse li nota, lancia un urlo....aumentano i rumori e di colpo tutto tace. Si alzano leggermente le luci Minosse li accoglie e interrompe di incitare le anime. MINOSSE: Che fato chi voi do? Da dove vignì? Girè i tachi e via....! DANTE: Minosse, gran conoscitor de la peccata! Icché tu fai? Icchè tu non mi lasci andare avanti? MINOSSE: Ah sae già chi son!...Fermi tutti, che entanto vedemo se ghe se i vosi nomi sul me tacuin. VIRGILIO: Lei non sa chi siamo noi! MINOSSE: E lei non sa chi sono io! Mi son Minosse, integerrimo e incorruttibile guardiano del girone, giudice delle anime peccaminose, prima de pasar el varco gav'è da confersarve! me gav'è da dir cossa avè fato e mi, a colpi sonanti de la me coda, ve svelo quale sarà el voso destino chi n'dei inferi ...dove giacion i peccatori, de ogni sorta e tipologia! Su fora i nomi... DANTE: Lui è Virgilio poeta anch'egli e mio fido compagno in tal viaggio che mi vede ramingo ed errabondo , viaggiatore e passante ...e comunque io sono el Dante MINOSSE: poeta, ramingo e passante e te te ciami Viandante? DANTE: VianDante quanto mi garba! Si, Viandante e Virgilio Minosse controlla sul suo notes... MINOSSE: No me pare de trovarve....Virgilio...Viandante...no ghe se.... VIRGILIO: E su... si lasci che si compia il volere celeste e noi si prosegua, con discreta prudenza, nell'infernale bolgia i cui lamenti si stan già per udire. MINOSSE: Ma vaca boia...fame ben veder...ma el VianDante se vivo...Ma Viandante che fato to chi? No se facile pasar par inferno! Chi ghe se dolore, lamento, peccato...ghe se tanto peccato! S'è dificile per i morti...per i vivi s'è imposibile! VIRGILIO: Non ostacolare il viaggio del Poeta, il viaggio è voluto dal Cielo.... Vuolsi così colà dove si puote - ciò che si vuole e più non dimandare. ... MINOSSE: No capì miga en casso...ma fe quel che volè...mi ve go avertì.... Tornano a riecheggiano i pianti, riparte la bufera di rumori ed urla.... è una tempesta infernale. Le anime sfilano dietro i veli...Minosse prende il suo notes su cui tiene annotate le caratteristiche dei dannati. DANTE: Or incomincian le dolenti note a farmisi sentire; or son venuto là dove molto pianto mi percuote.  MINOSSE: VianDante che me diset, seto ancora de idea de voler nar avanti ? DANTE: Certo cccche si! Icchè mi garberebbe dare n'occhiata, far du parole con sti sfilanti bischeri. Minosse ....icchè posso far du ciance con quelle due anime inseparate...con quelle due anime che si tanto si distinguono nel lamentoso peregrinare... MINOSSE: Dante ti te sa vero chi dentro chi ghe se? ....come se dise...che chi dentro ghe se... chi che en vita g'ha da tanto dentro...te me ghe capìo Dante cossa che voio dir? DANTE: Icchè te mi pensi grullo? Giacion qui dentro i peccator carnali, che la ragion sottometton al talento! (e curiosa sul notes di Minosse). MINOSSE: (sottraendo il notes)...Cossa te canopi? Te sei en grande canopon! DANTE: Icchè non si voleva cannoppare ma si sa...si voleva un po' saper qualcosa in più...si sui due dannati sempre insieme...grande l'è il mi desiderio di saper di loro MINOSSE: (leggendo sul suo notes) mmmm...momentin go chi soto na nota, si, che scrito che i se do cugnai (cognati) ...me pare che lu se fradeo de so marì o forse la se ela che la è sorela de so moie...so sol che i g ha fato en po de casin .... VIRGILIO: Dante, per tramite del Cielo, li vuol conoscere...orsù Minosse non si fermi ciò che il destin ha già segnato... (e si ritira accomodandosi a bordo scena,,,) MINOSSE : (ringhiando a Virigilio!) Sito ti! Minosse richiama le due anime dannate, sono Paolo e Francesca. MINOSSE: Eh voi do...Dante el ve ciama! Vignì ...svelti...svelti....g'ho dito svelti! Lu se sempre endromenzo...ensemenio! ....no se move mai..el piange...el varda en basso...ensemenio proprio! Paolo e Francesca garbatamente si avvicinano, alzano la testa solo per un cenno di saluto, si siedono su una roccia...Minosse indietreggia assieme a Virgilio...Dante si avvicina ai due dannati e rimane per qualche attimo con gli occhi bassi ed avvolto dal silenzio, poi rivolgendosi a Francesca domanda del loro adultero amore. DANTE: Vostra intesa mi colpisce, pur nel dolor, nell'oscurità, nell'oblio.... il vostro è un armonioso incedere, manifesto di un sentimento vero, di un legame sincero, voluto, ardito, desiderato... parlatemi di voi....di come un tal profondo legame vi abbia portato fin qui...nelle tribolazioni degli inferi....a pagare per aver voluto AMORE, per aver desiderato AMORE, per aver provato AMORE! Parlatemi di voi. Paolo rimane seduto ed alza la testa, finora fissa verso terra, non levando lo sguardo fa Francesca che si alza e si rivolge a Dante. FRANCESCA: io son Francesca e vengo da Ravenna...lui è il mio Paolino che lui invece viene da Rimini...tutti e due dalla Romagna ve... si vede ne che siamo romagnoli? Siamo belli, siamo alti, siamo ... (sospirando ) innamorati! Amor, c'ha nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer si forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona Grazie (Grasie) che ci avete pietà di noi signore...della nostra sfortunata vicenda...tanto crudele ve...amore che ci ha portato alla morte...una morte per circostansa amorosa...ma il nostro è un amore indissolubile...inseparabile...inscindibile...indissociabile... insieme nella vita...e ora insieme, per sempre, nella morte! FRANCESCA e PAOLO (insieme): Amor condusse noi ad una morte Caina attende chi a vita ci spense. Dante è turbato , visibilmente coinvolto, sta in silenzio, ascolta attento. Paolo, nella sua profonda tristezza, è preso dal grande fascino di Francesca e non le toglie lo sguardo di dosso, sospirando ed annuendo ad ogni sua espressione... DANTE: manifesto è davanti ai nostri occhi il desiderio amoroso che di voi fa un tutt'uno...uno per l'altro...l'altro per l'uno... fino alla perdizione. Ma quale situazione, Francesca, ha generato vostro incontro o ancor più vostra intima unione, sì notoria e sì lampante... FRANCESCA: Oh quanto dolore! Quanto dolore mi pervade nel rimembrare attimi in cui io e Paolino abbiamo raggiunto intesa spirituale e ...materiale...e....(sospirando)...quanto male fa ricordare il tempo felice, il tempo quando eravamo tanto di estro, il tempo che insieme ci vedeva ridere e poi ancora ridere...e sorridere. Or ...miseri di spirito...derubati dell'impulso amoroso, svuotati della passione....privati di ogni emozione e sensazione...quanto dolore! Ma se lei signore vuole sapere come è cominciata la nostra storia ...come si è accesa la miccia...adesso ce la racconto... (Francesca accenna alla vicenda del libro e assieme a Paolo mimano la scena del libro Dante si mostra sempre più coinvolto, cresce il suo ansioso interesse) FRANCESCA: Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancillotto come amore lo strinse; soli eravamo e senza alcun sospetto Scena mimata: luci basse, cono di luce sui due amanti...Francesca si avvicina a Paolo...si guardano, lui prende il libro ed insieme iniziano a sfogliarlo, sorridendo e divertendosi della lettura; durante la lettura continui inciampi fatti di incroci di sguardi - pallore d'amore - respiro affannoso... FRANCESCA: La bocca mi basciò tutto tremante - bacio simulato dei due amanti con sguardo reciproco, fisso - grandi sospiri - FRANCESCA: Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante Paolo e Francesca abbracciati abbassano lo sguardo tristemente. Dante sopraffatto dal racconto sviene. Si spengono le luci, incursione del Boccaccio... BOCCACCIO: E cadde...come corpo morto cade .... (pausa) BOCCACCIO: colpa non fu, di Paolo e Francesca, quella di essersi innamorati , quanto quella di aver messo in pratica il comportamento peccaminoso di Ginevra e Lancillotto, personaggi letterari, scambiando in tal modo la letteratura con la vita...mah...d'altronde...tali sono i rischi insiti in letture amorose... Ma rimembrar originaria vicenda ora s'abbisogna..saper si deve che le famiglie dei due amanti, per vantaggio, per fortificar alleanza, per accrescere potere, per marcare influenza in terra di Romagna e non solo, un sì assurdo tranello ebbero escogitato: a Francesca, han fatto creder, che Paolo avrebbe sposato...si! Paolo, il fratello quello bello, quello elegante, quello piacevole...il gentiluomo...invece... ... Invece sposa si ritrova, suo malgrado, di Gianciotto...brutto, basso, sciancato, zozzo, rozzo e pure zoppo. Per questo a lei, Francesca, riserviamo solidale comprensione...a lui, Paolo, la nostra grande ammirazione; auspichiam ora di riveder in ambo le amorose anime, il risveglio di quel sentimento mai assopito, ma che in tal infernale bolgia, viene dannatamente soffocato! FINE PREAMBOLO =============================================================================== Boccaccio esce di scena, si riaccendono le luci sulla vicenda. In scena Dante svenuto, accanto a lui Virgilio che lo soccorre; sempre in scena Paolo e Francesca VIRGILIO: Dante, Dante coraggio! Che ti è successo...vigor riprendi! Dante sembra destarsi a poi sviene nuovamente. VIRGILIO: Voi due che state a fissare...chiamate aiuti per destar il sommo poeta...per dar scossa al sonno in cui è piombato, per liberarlo da ste prolungata stasi... Francesca prende per mano Paolo ed escono di scena, Virgilio continua a sollecitare Dante affinché si risvegli...entra Minosse. MINOSSE: Vian-Dante che te è successo? Te g'aveo dito de no addentrarte en de ste casin...te g'avevo dito che s'era molto pericolos... cossa te è successo per burlar gio a ste maniera? VIRGILIO: Impressionato il Poeta rimase davanti al tragico epilogo dell' amor di Francesca e Paolo... tanto impressionato da smarrir ogni vital senso... MINOSSE: (appoggia la testa di Dante alle sue ginocchia e gli fa trangugiare qualcosa che tira fuori dalla sua giacca) ...Bevi Vian-Dante ... te ti smarisse per do cugnai che ie andai a traverso?...caro Vian-Dante te ge n'hai ancor da veder....bevi Vian-Dante ... e tirate ensema... VIRGILIO: Minosse qual bevanda somministri al Poeta? Qual sostanza contiene il beverone che Dante sta trangugiando? MINOSSE: Ma ti chi casso sito? Che te me domandi de svegliar el Vian-Dante e poi te seguiti a spacar i maroni...Ma chi casso sito? VIRGILIO: (atteggiandosi)...Son Virgilio, amico di Dante, son Virgilio...il Vate! Minosse spazientito, si alza e si rivolge a Virgilio. MINOSSE: Ma porca de quella vaca de me sorea...che si to? el vater? Ma dai... VIRGILIO: Son Vate, poeta, profeta, alti tengo i toni e alte le ispirazioni... Nel frattempo Minosse continua a far aria a Dante e dargli da bere...sembra che Dante dia qualche segno di vita. MINOSSE: Te tegni alti toni e l'ispirazion? Ensoma Vater te g'hai el peso....Vater....pòsta! (appoggia!) VIRGILIO: Minosse par che il sommo si stia destando, ma qual pozion sta traccanando? MINOSSE: Spaca maroni d'en Vater ......sgnapa! At capìo? S'è sgnapa...grappa...a badante de me poro pare, Zeus, a ghe dava tuti i giorni en bel mez litrot de sgnapa....e no te diso el me vecio quanti ani el g'ha campà... el se immortale! VIRGILIO: Grappa?...confido che il ben dell'intelletto non smarrisca il sommo Poeta...e che proseguir si possa nel cammin segnato dal Cielo... (quasi scocciato!) Dante si risveglia, con qualche gesto tipico , si pulisce gli occhi, si sgranchisce gli arti, è sereno... DANTE: (rivolto a Virgilio con uno schiocco di dita e con gesti da ubriaco) Chauffeur ! Dove sono i nostri bagagli? VIRGILIO: Ma Dante, dici a me ? son Virgilio!!! Dante è visibilmente ubriaco e si pone simpaticamente anche se con tratti tipici di chi ha bevuto un pochino...... DANTE: (prendendo in giro V. ) Gigilio, Bigilio, Gingillo, Gingillone... prendi i nostri bagagli ... è mio desiderio fermarci un pochetto in tal posticino che mi garba assai... Virgilio gli si avvicina e lo prende sotto braccio VIRGILIO: Su Dante, contenimento è doveroso; Minosse,... grappa confonde il sommo poeta (Dante fa un rutto e/o singhiozza) ...ti invito a prudenza e a lasciar tal situazione per proseguir nel nostro segnato cammino...pur te devi riposar! A posar le ossa ora io rifuggo...li miei oculi, occhi, più non riescono a guardare, miei auris, orecchi, più non stanno a sentire...ristorarsi il mio corpo ora abbisogna... DANTE: Bigilio, oh iacche ora tu m'ascorti un momentino? vai in cerca dei nostri bagagli...e poi dormi Birgilino, stanchino, pucci pucci pucci.... e torna, quando il tuo corpicino avrà trovato ristoro...io me ne sto qui! Virgilio stanco, se ne esce di scena...Dante si accomoda a lato scena, comodamente seduto sdraiato DANTE: Minosse il mi damigello Gigilio Gingillone s'en va per un pochetto...riposar vuole il suo corpicino stanco stanco....io me ne resto qui su ste giacilio...in ste posticino che i garba assai...con l'anime vaganti ....con l'anime penanti che, causa amor, violentemente son perite... Minosse ...icchè dici...per tempo che si rimane qui io e il Virgilio.... tregua concedi a tali anime burrascose, nel loro antico splendor falle riviver... , su, almeno per un pochetto...su Minosse si fa qualche bagordo e poi si torna tutto come prima... (e si sdraia a riposare). Si spengono le luci su Dante e si accendo deboli sulle anime che stanno vagando nel buio, tornano i rumori paurosi, le urla, ....poi Minosse interviene. MINOSSE: (con voce altisonante) Ciurma...tregua! Le luci si accendono decise, i rumori cessano, le tende dietro cui sfilavano le tormentate anime si aprono....ci sono le 4 regine ed i 2 amanti ancora con i manti neri addosso. Per ora escono solo le regine; Le anime escono a testa bassa e mano a mano che Minosse parla loro, iniziano ad alzare la testa, togliendosi gradatamente i mantelli, guardandosi attorno, esprimendo contentezza...le Regine portano i vestiti che in vita le han viste gloriose, tranne Didone che porta una vestaglia da notte con ciabatte; per ora gli amanti non escono in scena. MINOSSE: Ciurma se apre na parentesi...g'avemo visite...el Vian-Dante che el se lì sul masso e el g'ha drio na sorta de magiordamo me digo...uno che lo acompagna a ogni peto e cho vol saer tuto de elo... adesso el dorme chi ale porte del giron. El Vian-Dante el se veramente en personaggio! El fa en viaggio...chi n'dei inferi...el pare svampìo ma secondo el sotoscrito el sa molto de pu de quel che el conta... Me racomando de eser ospitali ma de no esagerar coi vosi modi e tigni a bada i vosi caratteri...disemo en poco "fumanti"....digo en particolar a voi regine... dei do amant de dentro me fido en pocheto de più... Ve laso aria fin tanto che el Vian-Dante starà chi...dopo de nuovo se torna nelle tribolazioni...nel tormento...nel dolore degli inferi...no ste far monae....e attension! Mi no sarò chi con de voi...ma el sarà coma se fusa chi...sentirè la me presenza...sentirè...(interviene Elena) ELENA: el to odor! (ridendo con le altre 4) MINOSSE: Elena bisbetica no sta schersar col Minosse...ssst sito! capìo??? ( e se ne esce di scena). ELENA: (prendendolo in giro) ...e no sta scersar col Minosse! Ma dai..che te spuze che te reneghe...sito ? almen ades che pödo parlar...laseme parlar! SEMIRAMIDE: me par che no te sie una che tas tant Elena...parere personale ne... DIDONE: (un po' depressa) A ciaciare la stufa en regimet! CLEOPATRA: (guardandosi allo specchio e pettinandosi i capelli) ...a me non turbano le sue chiacchiere...quando mi tedia...la ignoro e manco ti ascolto...e continuo ad ammirarmi! SEMIRAMIDE: Giusto per aver chiara la situa...che si fa ora...Minosse el parlava de na tregua e de ste Vian-Dante...e dal so accompagnatore...quindi...se ghe ospiti se pöl farghe en migolin de festa...co disef vualtre? CLEOPATRA: Festa! Cleo c'è! ...Risposta ovvia Semi. ELENA: Anca mi ghe so...n'occasion compagna no la va sprecada... DIDONE: Mi putele resto fo dal gheto...l'è coma se g'avese en prosac da do quintai sule spale...g'ho en maleser che no podè gna emmaginarve... ELENA: Madonna...te ga n'è semper una Didone...a parte che te se amo en pataia ma a vardarte me par che te ste benon... DIDONE: El me malesser l'è invisibile. N'ol ne da no segni evidenti...el rosega, rosega...rosega...fin a consumarme... SEMIARAMIDE: E orco...esagerada... dai forza. Quant ricapita de averghe na tregua dalle nose tribulazion? e...en pu averghe chi do omegn da strapazzar! Dai...sol all'idea te dovrìa saltar coma na sosta... Mi par dirte so tuta en subbuglio! CLEOPATRA: Io pure...libere dall'oscurità e ...in compagnia di due maschi.... ELENA: Così l'ha dit Minosse...ma en do ei? CLEOPATRA: Uno è stravaccato laggiù nei pressi del grande masso...l'altro non sarà tanto lontano...allora chi va a fare gli onori di casa? DIDONE: Passo. Mi no me onoro gna mi...te pöl emmaginarte se vo a onorar en viagiador. ELENA: Ma cramenta se te se maldestra...anca se ....a dirla tuta aca mi so en migol empaciada ....secondo vualtre vardoi fo ben?....me par de verghe el seno en po cascante e le ciate de galina en banda ai öc en po masa marcade....a dirla tuta g'ho quasi respet a farme veder en cole condizion chi... SEMIRAMIDE: Allora putele se par nar a ciamar cui do omegn li volom na miss ....Cleopatra chi meio de ti? Ardè mi el se che g'ho el difet che me suda le ma...no me par propi el caso che vaghe mi a far le presentazion de rito... CLEOPATRA: Io ho ancora i capelli un po' bagnati e, se non continuo a pettinarli fino a che si asciugano, corro il rischio che mi diventino un pochino crespi...e sapete che Cleopatra con i capelli crespi è intrattabile...quindi ragazze....meglio non rischiare vero? ELENA: Mi so impresentabile, la Didone co Cristo che ghe vignù entorno Dio solo lo sa, Semiramide la g'ha le ma che suda , Cleopatra no la völ risciar el crespo... g'om chi do omegn e no som gna bone de farghe en migol bel...ma dai. SEMIRAMIDE: Soluzione trovata! El se che mi na soluzion fo prest a gatarla par tut. Ghe pensa i do piccioncini dai ad accogliarle...con la set i ghe sa far... i g'ha en grant moto bisogna dirlo.... CLEOPATRA: Lei poi, Francesca ha una pelle da fare invidia e dei capelli da urlo! DIDONE: Mi i me fa fin da gomit...un e po a l'alter. ELENA: Eeee addirittura da gomit! Esagerada...certo che vel el par en cavic...vela ... na matrona .... (E Didone ed Elena sorridono...) SEMIRAMIDE: ...invidiosette mica poco....vergognatevi! Io li chiamo.... (si dirige verso le tende e chiama i due amanti)....Paoloooo! Franscescaaaaa! Abbiamo visite! Paolo e Francesca escono mano nella mano, raggiungono la luce, si tolgono all''unisono i mantelli, si guardano, sospirano ... PAOLO: Appaio sconquassato di fronte a questa situasione...oh regine il nostro strasio (strazio) par alleviato, c'è un clima disteso, un ambiente... "vivo" ....ah ah ah...ho fatto la battuta! A parte gli schersi ...che sta succedendo...già prima un tisio ci ha fatto un'intervista alla Francesca... FRANCESCA: Si...già prima il Minosse ci ha chiamato e c'era un tisio che voleva sapere del nostro amore e delle nostre tribolasioni...io ce le ho raccontate sensa entrare nei dettali ne... SEMIRAMIDE: Ecco ste tizio è qui e con lui c'è anche un altro tizio. Capito? Due maschi insieme, dico DUE! qui, nel nostro girone, mentre i nostri patimenti paion sospesi... ELENA: Par farvala breve, Minosse el völ che ghe fome en po bel a ste set entat che i sta chi...en migol bel , el völ dir "en migol bel...senza esagerar..." CLEOPATRA: senza esagerare...logico...certo che al fascino non si comanda e...se mi sanno resistere non esagererò...sta a loro! DIDONE: Mi no i vardo gna....le secoli che sto chi, tormentada dal buio dai inferi, afflitta e maledetta par pene che no le me par gna si grose...l'ansia la me perseguita e mi dovrìa sgarar a farghe bel a do personaggi che no so gna chi che ie? Che po...vualtre la fe facile, ma chi dopo i rincara la dose e anca el Minosse che al par tat nos amico ...el tira fo el so notes e el scrif...el scrif che se meritom alter dolor, altre angosce, altre tormenti...el se che ala fine l'è vel che decide. Mi no voi saverghen de viagiador... ELENA: Eh va ben...en migol de distrazion no la te farie de certo mal...ma fa co che te vol... ades però ciamonle (chiamamoli) SEMIRAMIDE: Appunto! Paolo, Francesca...ci pensate voi? Uno è laggiù, l'altro all'ingresso, zona magna quercia... FRANCESCA: meglio se ci va il mio Paolino...io quando ci ho spiegato la nostra storia, il tisio è finamai svenuto...si vede che non ci ho fatto un bell'effetto...meglio se ci va il Paolino ve... PAOLO: Ci penso io ragasse a chiamarli...Didone mettiti un bel sorriso valà su quella boccuccia li che abbiamo ospiti...e...metti il vestito bello...quello che gloriosa ti vide... DIDONE: No ghe penso gna...vualtre no capighe el me malesser Paolo si dirige verso Dante... PAOLO: Amici che venite in pace, il nostro girone vi aspetta! Dante si desta dal giacilio...e si alza con entusiasmo... DANTE: Anima innamorata, ti riconoscerei tra mille, io son Dante, dov'è tua inseparabile compagna? PAOLO: La Francesca è rimasta di là, solo un momentino, l'ho mollata solo per venire ad accogliervi...ma...siete da solo? Non eravate in due...? DANTE: Si icche c'è il mi compagno Virgilio...che adesso è andato a dormire...lui se non si dorme almeno le su ott'ore non ragiona...è qui all'ingresso...gli faccio un cenno....Virgilio ...Bigilio...vieni che son qui tutti ad aspettarci! Io m'avvio e t'aspetto in loco. Dai che si va .... Paolo e Dante arrivano dalle Regine e da Francesca, tutte allineate, ben vestite, solo Didone porta ancora la vestaglia. Fremono, ognuna di loro fa gesti tipici dell'attesa solo Didone sembra essere scocciata. ELENA: Putele i riva...ma me par che l'è sol un... CLEOPATRA: Ecco, festa a metà. SEMIRAMIDE: Non temete.... FRANCESCA: (rassicurandole) Ragasse serene che sono in due...io gli ho visti...ed erano in due...state tranquille... Paolo e Dante si avvicinano PAOLO: Ragasse ecco qui che è arrivato il Dante Paolo si riavvicina a alla sua Francesca e si mostrano sempre sorridenti. Le 4 regine allineate alternano all'unisono gesti ad ogni complimento/battuta di Dante... Didone sempre un po' più composta delle altre ma inizia un pochino a lasciarsi andare Dante saluta con un gesto significativo, fa un cenno col capo togliendosi il copricapo 4 REGINE Uau ! (rimanendo a bocca aperta!) DANTE : stupor mi riservate? Meravigliosi esseri del nostro Creato 4 REGINE: (sospirano!) DANTE: dei due amanti conosco amorose intenzioni, ma anche vostre anime giacion qui ferite per amor ... FRANCESCA: Ci pensi te Paolino a spiegarci al signore un po' di vicende delle nostre regine? Te che ci hai sempre un elegantessa nel fare e nel parlare... PAOLO: Vian-Dante la vostra visita straordinaria quanto gradita, ha regalato sollievo alle nostre afflisioni (afflizioni) e le nostre regine si mostrano ora nello splendore che le ha viste, in vita, eroiche e leggendarie nelle loro decisioni,nelle loro scelte...han vissuto nella magnificensa e fastosità dei loro imperi, sono inciampate e.... per loro , secco verdetto: morte per amore! Morte per amore...(e si rattrista) come me e la Francesca...ma noi almeno siamo qui insieme... (poi si riprende)... DANTE: Conoscere vi voglio oh dominanti Regine... (Elena fa un passo avanti e si presenta) ELENA : Elena di Troia! PAOLO: ...ecco...il nome dice tutto! ( e ridacchia) ....Scherso dai...Elena, regina di epico territorio, sposa del Menelao... eroina di leggendarie avventure...se l 'è ben spassata un po' fra i greci, un po' fra i troiani...la nostra Elena è la personalissasione della bellessa! ... DANTE: Bellezza d'Elena tanto è manifesta... ELENA: Grazie sior... mi so chi parchè par che par causa mia tanto male nacque...sa envià ia finamai na guerra...ma nient...oramai l'è nada e som chi...cerco de tignirme su pu ben che pödo...al me aspetto ghe tegno particolarment, certo no so miga fissada coma la Cleopatra no... e gna sciatta coma la Didone...(sospirando)...quanto alla Semiramide l'è stada fortunada de so...la g'ha en bel bait...e la fa gola aca apena levada su de domà! PAOLO: Elena, Elena ...sempre quel peletto di invidia... Vian-Dante, le nostre Regine intanto sono femmine e da lì si capisce tutto... le nostre Regine sono ...dicciamo caratteriali ....per non dire squilibrate... ste bellesse costrette a viver nel tormento! ...va beh...ecco la Semiramide, già detto molto dotata dalla nasita, sia nel fisico che nella testolina...la Semiramide ne vale 100 di uomini! DANTE: Semiramide or dunque tua imponenza in potenza si traduce ? Mi par di capir che ...come si suol dir...sei stata donna con le palle! SEMIRAMIDE: Oh poeta...con le palle! con quel che serve...la mia condotta in vita è stata piuttosto "libertina"...e ho fatto in modo che tal modo di vivere fosse legittimo, inattaccabile...al mio popolo, gli assiro-babilonesi, ho regalato splendore, sfarzosa civiltà, radicata cultura...e ho sistemato, qua e la, con leggi "ad hoc" , quello che mi pareva... dopotutto io ero la Regina! Io SONO la Regina! DIDONE: Ma tasi sfurginada... PAOLO: Didone, Didone...pure un pochetto rassista? ...Oh Dante...qui giacion i lussuruosi ma mi pare che domini pure il rassismo, l'invidia...ah ...perdonate ma le nostre anime son sì sospese che non capiam bene cosa ci succede... DANTE: Ma Paolo ! crucciarti non devi...qui un manca nulla...tanto mi garba ste girone si ricco de....si ricco de ... (!!!!!!!) DIDONE: Si ricco de cue? Taia cort ...mi so Didone, regina de Cartagine...me so tirada en cole condizion chi par colpa de n'omen! El ma töt tut...pruma el ma catturà lo sguardo, po el ma afferrà en fianc, el ma cavà el respir con d'en baso....el m'ha robà el corpo e gn amò contet ...anca el cör... E mi sono crepada! Sedotta ed abbandonata ...Morta per amore...morta per amore di Enea...el m'ha travolto e po el sa l'ha entoada. DANTE: Icchè vuol dir entoada ...dialetto toscano non conosce tal parola! DIDONE: Ha preso la più corta....se n'è andato! ...(e piangente si ritira seduta su un masso) ELENA: Putei se l'è maldestra...quanche ghe ven en mente Enea po' no la se controlla pu...Semiramide anca con de ti la sa la ciapada...che de solit con ti no la scherza no... SEMIRAMIDE: Ah mi no la me fa gna calt gna fret...ada ti se n'esaurida compagna la smaris una coma mi...mi ho rivoluzionà n'impero...no g'ho pora de nient. ..me pasa tut dre ale spalle... CLEOPATRA: N'altra che no se offende mai so mi sior VianDante...mi presento, e parlo la lingua nazionale così non ci saranno fraintendimenti, sono la Cleopatra, regina d'Egitto! Splendida civiltà con splendida Regina... Oh poeta ti ispiro un pochino? Butta giù due righe per la Cleo dai... (si sente il raglio di un asino...) DANTE: Icchè si sente? CLEOPATRA: Nulla poeta...regalami una poesia dai che io posso contraccambiare (atteggiandosi per sedurre Dante), farti vedere la mia gioia nel modo che più ti piace e così vedere anche la tua di gioia (Dante sembra infatuarsi...) (di nuovo si sente il raglio di un asino che distoglie Dante dal fascino di Cleo - Dante si ripiglia) DANTE: Icchè ciò le travegole...che si sente ? CLEOPATRA: Un nonnulla Dante... ELENA: Un nonnulla ...e dighel! L'è n'asen! Poeta la Cleopatra ha un asino... CLEOPATRA: (rivolta ad Elena) Impicciona - Rompi palle! Un asina per la precisione! E' la Gegia...ha sentito la mia voce...e si fa sentire...cucciola! (altro raglio) Gegia, cucciola, hai sentito la voce di mamma tua? Pazienza Gegia che il Minosse lo sa che è quasi ora... (altro raglio) DANTE: Icchè l'è un somaro allora! CLEOPATRA: Somara, la mia Gegia! Son solita farmi il bagnetto nel latte di asina...immersione totale (in modo sensuale) per mantener intatta la mia avvenenza e conservare lo splendore della mia pelle...in vita ben 700 asine fornivano il latte per i miei bagni quotidiani...da morta devo accontentarmi di Gegia...e del mezzo bicchiere di latte che la forza di Minosse riesce a spremere da due tettine ormai appassite, aride, sciupate, insecchite... ma, mi accontento...e chi si accontenta, gode! ed io voglio godere anche adesso che, trapassata, mi districo fra le pene dell'inferno.... Ma, a proposito di goduria Poeta ...non dovevate essere in due? Dai su ...chiama il tuo amico che facciamo una festa....almeno oggi che si può! DANTE: Mio fido compagno, anch'egli poeta e cantore di eroiche gesta vien meco per affiancarmi in tal imprevista avventura...lui vien dal limbo... CLEOPATRA: Dal limbo? Ragazze avete sentito? Musicaaaaa Parte la musica di un limbo, Paolo e Dante tengono un bastone di traverso e Francesca e le Regine - tranne Didone - improvvisano il ballo del limbo...chi lo fa meglio, chi peggio, tipo Semi che si impiglia col prominente seno, Elena che non riesce a calarsi più di tanto, Francesca che prova ma poi passa accanto, Cleo si carica e tira fuori tutta la sua sensibilità...Didone con il broncio le osserva, magari ci prova ma con svogliatezza). In questo clima di divertimento esce Virgilio, in pigiama con il berretto da notte ed esprime il suo disappunto sia per essere stato disturbato che per i bagordi non previsti che si stanno facendo. Le regine quando lo vedono lo prendono e lo costringono a provare il limbo...goffamente Virgilio si trova costretto ad affrontare il ballo...Virgilio sembra disturbato ma le Regine lo stuzzicano con pizzicotti, palpatine di nascosto...Virgilio sembra accettare e poi si ricompone...poi la musica sfuma. Le 4 regine e i 2 amanti sono a bordo scena...Dante accoglie Virgilio. DANTE: Oh Virgilio qui ti si stava ad aspettare! Ben arrivato . E qual movenze armoniose nel ballo! Ti vien naturale o son le regine che hanno colto ritmo che in tuo corpo si cela? VIRGILIO: Dante quanta delusione mi pervade...un viaggio abbiamo intrapreso, tra l'anime castigate nella bufera; il mio corpo non ha avuto ristoro e qui si bagorda senza timore alcuno...lo sconforto or si diffonde... DANTE: Oh Virgi...icchè tu vaneggi? VIRGILIO: I sensi smarristi dinnanzi a tal loco, a tali affanni, all'angoscia di peccatori frustrati...ed ora ? Di abbandonarti sto pensando oh Dante, questo non fu quel che scrivesti... DANTE: Virgilio o ma che m'ascorti? Oh che mi guardi un momentino? VIRGILIO: Non tocca a me giudicar, penna e inchiostro di tal poema sono in tue mani, certo che questa non par infernal situazion. DANTE: Sentimi un momentino...Maremma maiala! In tal bolgia dove regna immoralità e malcostume tanta grazia invece vi ho veduto, ho beccato anime tormentate, con loro ho fatto du ciance e...Virgilio credi a me, meritata è parentesi di bagordi, ganzi sono di due amanti, e sensuali, ognuna a modo loro, le 4 Regine... lor futuro vede travagli, noi siam balsamo per loro miserie. VIRGILIO: Tal sommo parer non voglio contrastar, sei poeta e profeta d'alta ispirazione, ma concedimi oh Dante che me ne torni alla magna quercia: ritemprar devo mio corpo afflitto e fiaccato, distillare devo mia mente offuscata e confusa. DANTE: Lascia oh Virgilio, prima del tuo rigenerante ritiro, che ti presenti l'anime che tal selva malvagia riescon a trasformar in fertile giardino... Dante fa cenno alle anime di apprestarsi dinnanzi a Virgilio. Parte una musica tipo medievale e le anime, una alla volta sfilano, con un cenno di capo omaggiano Virgilio e se ne escono di scena...tutte: Paolo e Francesca inseparabili mano nella mano, Semiramide, Cleopatra, Elena e per ultima Didone... Didone ha un'andatura meno gioviale degli altri...quando arriva di fronte a Virgilio si interrompe la musica, lei si ferma e lo guarda, lui altrettanto. DANTE: Icchè Virgilio sei riuscito ad attirare attenzione di tal Regina triste e inconsolabile... VIRGILIO: Me par de cugnesarte...Popa di chi set? DIDONE: (simil-scocciata ma anche soddisfatta): Tal se benon chi che so...vardame ben! VIRGILIO: (con fare pensoso) Mmmmm...set la sorela de Manrìco dai Palpacui da Torin? DIDONE: ... Macchè Palpacui!...Vergognate a no cugnesarme! VIRGILIO: Aaaaa....speta che me ven en mente...ades ho capì...te se la Mariros dai Malvestì dala Provenza! Didone assume la determinazione che in vita l'ha vista potente regina...e ricorda il suo tormento per Enea (valutare se farle togliere la vestaglia e farle sciogliere i capelli....sotto veste da regina) DIDONE: Vergognarti devi...per tuo pugno hai segnato il mio destino...nel tuo poema, Eneide, ho trovato dimora; in Eneide ho trovato amore, nel suo eroe principale - Enea - ho trovato riparo; riparo che è diventato poi tormento, un tormento che hai portato avanti ... fitto, fitto fino a condurmi, di tuo pugno, dal getto della tua penna...fino alla morte, una morte per amore.... Or nel mezzo della mia atroce tribolazione Virgilio non riconosci Didone, la Regina che tu hai creato e che ora, rinnegando di conoscerla, le riservi ulterior travaglio... Didone scocciata e sconsolata se ne esce di scena lasciando di stucco Virgilio e Dante che li ascolta VIRGILIO: Ahi...piccola gaffe... eh va beh Dante...non posso mica ricordarmi tutto... son passati talmente tanti anni ... DANTE: Me lo si lasci dire Virgilio...stavolta hai pisciato un pochino fuori dal vaso! Sommamente camminando lentamente s'avviano fuori scena. Entra in scena Minosse con il suo notes, si sistema i suoi muscoletti, liscia la coda e chiama a rapporto, una ad una le anime... MINOSSE: Vedemo me anime coma le sa comportà coi nosi Ospiti....la Semiramide l'ho vista entanto che monzevo la Gegia e la me g'ha dito che chi dentro non se perde ocasion de far bruta figura, che le regine se coma galine spatuciade, che i amanti i se falsi coma Giuda, lu sempre da ferma....ela che n'sa sempre na pagina de pu del libro...la me pareva molto....disemo irritata...vaca boia...ma saralo vero ? el Viandante chi de fora el me g'ha dito che el sa tanto divertì e che son tanto fortunà a verghe chi ste compagnia de anime si variegate... A chi saralo da creder? I me ga sempre dito che Semiramide se en pocheto busiadra ma no ho mai volesto crederghe... Cleopatra a rapporto! Esce Cleopatra tirando fuori sempre il suo gran fascino... CLEOPATRA: Minosse che c'è, quanto mi sono divertita coi due passanti...l'uno più gioviale, l'altro più restìo ma proprio per questo... quanto mi ha affascinato quel Virgilio...qui dietro il gran masso l'ho un pochetto strapazzato...se si fermava ancora un pochino l'avrei tirato fuori di testa! Anche il cauto Virgilio non sa resistere al fascino della Cleo! MINOSSE: Cleo te trovo en pocheto masa superba lasetelo dir...comunque me basta saer che i sa troa ben chi da noi. CLEOPATRA: Ben? Minosse...no ben...benone!... che dubbi hai Minosse? MINOSSE: Ma e sta la Semiramide a meterme el piles en de a recia...me g'ha dito che femo sempre bruta figura... CLEOPATRA: Minosse io sono una menefreghista dichiarata ma lei...bugiarda alla grande! Apri gli occhi! (e se ne esce incontrando Elena e Didone che entrano in scena) DIDONE: Che nervos coi do amanti li...già i era lattos pruma...ades che te ghe da en migol de aria ghe par che i ghe si e sol vei do... MINOSSE: Didone lingua tagliente...el VianDante el g'ha tanto apprezzà l'amorosa storia de Paolo e Francesca.... ELENA: Ma si dai ie ste bon de venderse ben...vei i fa bel a far bela figura. i è bei, i è ennamorè...i fa gola a tuc...noantre envece ... Si, i do viagiador i n'ha fat aca bel ma ala fin dal fera al centro dall'attenzion ghe sempre cuij do lì! DIDONE: Mi tartassada e abbandonada en la vita...e ades da morta no i me considera gna...na Francesca che attira semper la benvolenza de tuc..en Paolo che fa alter che pilar ma che l'è sempre considerà ....i me fa propi da gomit! ELENA: Te gh'è rason Didone...en tra vei do e la Semiramide ...ie vei che alza e che sbasa la moneda chi en dal giron...col che dis vei l'è legge...e la sfurginada, come che la le ciama la Didone, la g'ha en ma la situazion e par salvarse e farse bela non la ghe pensa su doie volte a contar bale! MINOSSE: Boia cane che esagerade le me regine, invidia, falsità, maldicenza,...en po' de razzismo...se chi all'inferno ma se proprio el voso posto! Vergogneve regine...fora de qua...i tormenti no i va lasa nesun ensegnamento...fora...che me fa finamai difeto vederve. Elena e Didone con fare sostenuto escono...Minosse sembra un po' sconsolato , scorre il suo notes MINOSSE: A ste anime, grazie al VianDante, se g ha dato en poco de alleviazion alle afflizion del giron e cosa succede? Ven fora i vizi e malvagità mai pensade... Arrivano in scena Paolo e Francesca, mano nella mano, guardandosi negli occhi e sorridendo innamorati... PAOLO: Minosse se ne sono già andati i nostri amici ? Coloro che, grazie a questa vivace parentesi, han risvegliato in noi l'antico ardore. FRANCESCA: Minosse secondo te possiamo godere ancora un pochino dI questa freschessa che ci circonda, di questa frissantessa che carica il nostro amore di ulteriore prestigio? MINOSSE: El vianDante se sta tanto empresionà dal vosso amore, l'ha prova en sentimento si forte si forte fin a svegnir...per questo l'ha proposto de liberarve dae tribulazion par en pocheto....g'ave avu moto con de elo e con d'el Vate? FRANCESCA: Moto? Caro Minosse ci hai davanti la regina del moto! La mia povera mamma mi diceva sempre: Francesca guarda di averci sempre tanto moto con la gente, di essere gentile e non schersare con le persone che ti vogliono bene...questo è stato uno degli insegnamenti della mia mamma...ah e poi mi diceva sempre : ringrasia Francesca ! Ricordati sempre di dire grasie! PAOLO: Io e la Francesca siamo stati tanto gentili...le Regine sai come sono fatte, hanno dei caratteri impressionanti! Che donne difficili...ma possiamo Minosse gustare ancora un pochetto di questo delisiosa estasi? MINOSSE: I patti, cari amanti, s'eran putosto ciari...en pocheto de tregua solo entanto che el Viandante e el Vate i stava chi n'del noso giron...poi se torna a solita vita...o per meio dire...solita morte! (Ride fragorosamente ...parte un fulmine...) PAOLO: Ma dai Minosse...almeno io la Francesca...le altre mandale ancora nelle tribolasioni... o no Francesca? (E si abbracciano e se ne escono di scena!) MINOSSE: Innamorati e...un gran altruisti! ...Complimenti: Amanti menefreghisti! (Ride fragorosamente ...altro fulmine...e Minosse torna a ringhiare!) Torna il buio, calano le luci e dietro le tende tornano a sfilare le anime incappucciate! ================================================================================ BOCCACCIO : Il racconto travisato della bolgia dei lussuriosi, rivela un contorno di vizi, debolezze, malignità ...mostra rapporti conditi di imperfezioni, imperfezioni di pensiero e di gesti che fanno emergere invidia, razzismo, superbia, maldicenza, egoismo e pure menefreghismo... Per assurdo tali pecche, in capo ai nostri protagonisti, diventano più eclatanti della principal ragion di lor condanna. Il vianDante, con sguardo profano, ha reso quanto mai attuale un siparietto con 700 anni alle spalle...e mi si permetta ...con un pizzico di ingegno e di fortuna quali essenziali ingredienti, par tale vicenda somigliante alle peripezie che fanno, con 100 novelle, il mio Decamerone... ma tal è, altra storia! Dante, mia stella polare, potenza di ogni virtù, capace di ammirevoli imprese, segui il tuo viaggio così come lo hai scritto...Paradiso ti attende! Ma ora....mi taccio! =============================================================================== FINALE CON DANTE E BEATRICE Entra Dante, cerca Virgilio , è piuttosto affannato ... DANTE: Virgilio, oh Virgilio, perchè non rispondi? Icchè tu mi hai abbandonato? (e si lascia andare in un pianto quasi infantile) Gli si presenta Beatrice. BEATRICE: Pianger non devi per dipartita di Virgilio, lacrime ancor dovrai versar per ben altre ragioni...Dante pianger ora non serve. DANTE:Beatrice... fido compagno lu m' è stato in sti viaggio, accanto, come un discepolo m'ha assistito, come un padre m'ha consigliato. BEATRICE: Dante, per questo lo raggiunsi nel limbo... Per questo visitai l'uscio d'i morti, e a colui che l'ha qua su condotto, li pieghi miei, piangendo, furon porti. Virgilio pregai, affinché con te, fin qui, affrontasse tal cammino. Ricordi Dante? Per qualche tempo col mio volto ti sostenni, guidandoti su retta via attraverso la luce degli occhi miei...poi, (si intristisce), quando in me giovinezza venne meno e vita mutai, fu' io a te men cara e men gradita DANTE: Beatrice, tua beltà ho avuto sempre dinnanzi, t'ho portata nel core e sempre, i miei pensieri, son stati pieni di te e della tua grazia...devastante l'effetto della tua dipartita, devastanti gli effetti dell'amore...dell'amore sfuggito, il nostro, ...dell'amore perduto o esagerato, quello delle Regine, ...dell'amore tormentato, quello di Paolo e Francesca... Amore ..., manifesto o un pochetto celato, sereno o un pochetto travagliato ...(Dante e Beatrice si avvicinano, di fronte, mani nelle mani, guardandosi negli occhi) ...ricco è ogni uomo, in terra o in cielo, se ha avuto il privilegio di provare amore! (insieme Dante e Beatrice) L'amor che move il sole e l'altre stelle 2021 - Ricordando DANTE, a 700 anni dalla sua scomparsa * da un'idea geniale di Dante Alighieri * testo e sceneggiatura di Federica Pizzini 24