“ANGEL –A” (Fino a Mezzanotte) Testo e Regia di Alessandro Brandi Liberamente tratto da: “Angel-A” di Luc Besson Personaggi: Andrea Bazzi Angela Costumi: Andrea ha un impermeabile vecchio e consunto e non muove un braccio. Angela, bionda, ha un abito nero cortissimo e sbracciato, corona di madreperla al collo. Scena: Il palco ha quadratura nera e gli oggetti sono portati dagli attori stessi. Scena 1: Prologo. Buio in sala. Parte la Base Audio 01 “Take the long way home” dei Supertramp, che lascia per circa 40 secondi il pubblico con dei soli flash stroboscopici sulla tela del sipario. Poi in uno dei flash improvvisamente l’attore che interpreta Andrea passa davanti al sipario con un cartello da carcerato con il numero: B21014. Fa le classiche pose da scheda segnaletica: frontale, laterale, di spalle, poi torna frontale e sul cantato della strofa, la musica passa in sottofondo e inizia il suo monologo di presentazione. And: Mi chiamo Andrea. Andrea Bazzi. Ho ventotto anni, sono celibe e sono cittadino italiano. Questa è la mia città è fantastica, ma purtroppo ho poco tempo per godermela. (marcato) Ho tanto lavoro. Ho anche affari in Argentina, in Cile e un po’ in Cina. Molto meno negli Stati Uniti. Ho un attico a New York, dove torno quando voglio riposarmi guardando il Central Park. (pausa) Ma torniamo a noi, ho molti amici qui, grazie al mio comportamento: sono simpatico, accattivante, generoso e…non me la cavo male a letto…anzi piuttosto bene! Credo di poter dire modestamente che sono un gran fico. (pausa) Ecco è tutto quello che potevo dirvi di me. (cambio tono) Di quello che vorrei essere, di quello che sogno di essere…perché a dirvi la verità…io mento, mento a me stesso mento a tutti quanti…giorno e notte! Scena 2: “Sono nella Merda”. La musica torna alta e si apre il sipario, in scena tre sagome di persone poco raccomandabili che sono: Mamoud a sinistra, Pedro al centro e a destra un poliziotto corrotto. Andrea si avvicina alla sagoma di sinistra fingendo un colloquio. And: (davanti alla sagoma di Mamoud) C’è un malinteso signor Mamoud, mi dia il tempo di spiegare (si finge la replica di Mamoud) Ho dieci secondi, va bene… (si finge la replica di Mamoud) io se li avessi è da tanto che le avrei ridato i soldi (si finge la replica di Mamoud) se li avessi potrei andare ad uno sportello bancomat, c’è n’è giusto uno qua fuori! (si finge la replica di Mamoud) Devo chiudere il becco, va bene (si finge la replica di Mamoud) bocca chiusa al cento per cento, neanche una sillaba (si finge la replica di Mamoud) respiro e basta (Andrea si mette a fare degli ampi respiri profondi) gli devo solo pochi soldi…40.000 euro… (si finge la replica di Mamoud) devo restituirli entro stasera! Va bene entro stasera (si finge la replica di Mamoud) Mi rompe le dita…poi le braccia…poi le gambe e infine la testa…sì. È chiaro signor Mamoud (si finge la replica di Mamoud) allora vado…vado… Si sposta al centro, si avvicina alla seconda sagoma fingendo un colloquio. And: (davanti alla sagoma di Pedro) Que pasa Pedro, Pedro...(si finge la replica di Pedro) sì, lo so mi ha accolto in casa tua (si finge la replica di Pedro) sì lo so che mi hai prestato i soldi presentandomi a gente che conta (si finge la replica di Pedro) lo so che non ti ho mandato un messaggio, scritto una mail e non ho fatto neanche una telefonata, ma…posso spiegarti tutto, Pedro, amigo (si finge la replica di Pedro) lo so che son in ritardo con i tuoi appuntamenti ma io ho perso i documenti, le carte di credito, sono anche stato all’American Express (si finge la replica di Pedro) giuro sulla testa di mia madre che ti pagherò entro stasera (si finge la replica di Pedro) ho tempo fino a mezzanotte…grazie, Pedro…grazie, Pedro…grazie, Pedro… Ringraziando all’infinito si sposta a destra alla terza sagoma fingendo un colloquio. And: (davanti alla sagoma di un poliziotto corrotto) Sono nella merda. Ho preso in prestito una grossa somma di denaro e…mi sono un po’ imbrogliato con i conti e non posso restituire i soldi e se non lo fanno quelli mi ammazzano! (si finge la replica del poliziotto) tu potresti mettermi in prigione per qualche giorno, hai scagnozzi in ogni quartiere (si finge la replica del poliziotto) che cosa? (più urlato) che cosa? Venduto! Vigliacco! Buio. Escono le sagome. Scena 3: “Mi Levo di Mezzo”. Luce. Parte la Base Audio 02 “Beethoven Revisited” di Stefano Lentini. Andrea torna in proscenio dal lato sinistro proprio al limite del palco, le luci si concentrano solo su di lui e tutto il resto è al buio. And: E’ troppo tardi. Mi levo di mezzo, mi avrete per sempre sulla coscienza. Se ne fregano tutti quanti di me…va bene…mi butto nel fiume… (alza la testa al cielo) è questo che vuoi? Perché mi hai abbandonato? (silenzio) Perché non rispondi mai alle mie domande? Che tu sia maledetto e maledetto sia giorno che mi hai partorito! Che sia un giorno di tenebra! Che il cielo lo rinneghi! Ecco incarnarsi le mie paure! Non ho pace, né tregua! Sono un cumulo di dolore! Ti prego dì qualcosa? Tu, ora mi devi dire perché? Taci…d’altronde…tu taci sempre! Dove sei? Come puoi tollerare tutto questo? Dove sei? Entra in luce sulla destra Angela e anche lei si mette al limite del palco. And: Lei che ci fa qui? Ang: Quello che fa lei. And: Cioè? And: No, no, signorina, no… Angela fa per buttarsi, ma, Andrea con uno scatto rapidissimo la placca gettandola a terra. Scena 4: “Sono Tua”. And: (si rialza mentre Angela rimane a terra di fronte a lui con le gambe ad angolo) Ma è pazzesco, porca vacca! Anche quando mi ammazzo devono venirmi a rompere i coglioni! Non posso avere un attimo di pace, per andarmene con un po’ di dignità. E lei perché viene a rompere di domenica, non poteva starsene a letto come tutti… Ang: Non riuscivo a dormire. And: Poteva scegliere un altro ponte è piena di ponti questa cavolo di città. Non ha visto che questo era occupato. Ang: Abbiamo avuto la stessa idea…buffo…no? And: Molto buffo, mi sto ammazzando dalle risate. E mi dice perché voleva saltare giù da questo ponte? Ang: Forse perché ho gli stessi problemi suoi. And: Non credo proprio. Ang: Perché? And: (pensandoci un attimo) Il mio problema è che mi sento stronzo, brutto e del tutto inutile. Non credo proprio che sia un problema di questo tipo ad affliggerla. Ang: E’ lo stesso problema mio, sono stronza e brutta… (pausa) dentro dico… And: (guardando l’evidente bellezza di Angela) Sì. Ma fuori riesce a nasconderlo bene! Ang: Io non nascondo niente! And: (guardando fra le gambe di Angela) Questo è vero! Mi spiega come fa una ragazza come lei a sentirsi così? Lei è giovane, è bella, può avere il mondo ai suoi piedi, può chiedere quello che vuole? Ang: Ah, sì? E che cos’è che voglio? (inizia a prepararsi una sigaretta) And: E che ne so, io? Mica sono un indovino. Essere ricca, immagino, come tutti. Sperperare i suoi soldi, fare la bella vita, comprare vestiti…pellicce…questo fa felice una donna, credo… Ang: E lei cosa la farebbe felice? And: (con rabbia) Che mi si lasci in pace, libero di respirare, ecco cosa vorrei, un poco di tempo per rimettermi in sesto. (mostrand il proprio cappotto logoro) Guardi come sono ridotto. Ang: E’ importante come si è dentro. Non come si è fuori. And: Parla bene lei, con il fisico che ha! Chi si crede di essere, lei sarebbe morta se non l’avessi salvata, io. Ang: E lei non sarebbe morto se non avesse dovuto salvarmi. (mostra la sigaretta appena fatta) Hai da accendere? And: (guarda la sigaretta contrariato abbassandosi al livello di Angela) No. Stia a sentire. Non sopporto i giochetti psicologici, specie la domenica. Ang: Sì. Hai ragione. Bene. (alzandosi) E adesso che si fa? (parte la Base Audio 03 “Her Room” di Anja Garbareck in sottofondo, adesso le splendide gambe di Angela sono davanti agli occhi di Andrea, lungo silenzio) And: Come, che si fa? Ang: Beh, visto che mi hai salvato la vita, vorrai pure farne qualcosa. And: No. Non ho riflettuto, mi sono buttato d’istinto. Mica puoi lasciare che una muoia così, senza fare niente. Ang: Sono d’accordo con te. Però adesso che si fa? And: (urlato) Niente, non si fa niente. Mi lasci in pace! Ang: Maledetti uomini. Siete tutti uguali, è proprio vero, non riflettete su quello che fate e poi ci mollate. And: Adesso basta. Non ho voglia di litigare come una vecchia coppia. Arrivederci. (esce dalla quinta di destra, mentre Angela si accende la sigaretta, poi ci ripensa e rientra, si avvicina ad Angela che le fuma sul volto) And: (con qualche colpo di tosse) Come si chiama di nome? Ang: Angela. And: Senta, Angela, se la lascio qui, ci riproverà? Ang: A fare che? And: A buttarsi dai ponti. A fare che? Ang: Non è escluso. And: Non potrebbe cambiare idea? Ang: Perché? And: Come perché? (pausa) Perché lei… (pausa) perché è bella! E’ uno spreco perdere una bellezza come lei. (pausa) E poi perché io sono un buono a nulla e sapere che almeno ho salvato la vita a qualcuno, mi risolleverebbe. Mi basterebbe che lo facesse per me… Ang: Farò il possibile. And: La ringrazio. Ang: Non c’è di che. And: (pausa) Arrivederci. (Andrea fa per uscire di nuovo) Ang: Arrivederci. (Andrea si blocca poco prima di uscire e torna di nuovo indietro) And: Se si dedicasse ad una buona causa. Ang: Quale causa? And: Che ne so…gli orfani dell’India, i bambini malati di AIDS in Africa, la fame nel mondo… Ang: Per forza così lontano? And: Ha ragione, c’è miseria dappertutto. (pausa) E se aiutasse gente in difficoltà qui? Gente a cui farebbe bene la sua presenza… Ang: Gente come te…diciamo… And: Infatti…no…no…io sto bene. Ang: E’ vero. Tu stai da favola è per questo che volevi buttarti giù da un ponte cinque minuti fa, no? (pausa) Se ti do la mia vita, sapresti che farci? (e getta la sigaretta in terra) And: (sorride) Dai una carota ad un asino e vedi se sa che farci…ma certo che… (la guarda sempre più incantato) che saprei cosa farci. Ang: Accetto. (pausa) Allora. (pausa) Sono tua. (stop della musica) And: (pausa) Mi prende in giro. Ang: Ma, no. Per niente. Trovo sensato quello che hai detto. Hai ragione, tu sei una buona causa. Eccomi. Sono tua. And: Mi prende in giro. Ang: Ma niente affatto. (infantile) Intanto andiamo a comprare le sigarette… And: (pausa) Tutti e due insieme…io di qua e lei di là…fianco a fianco… Ang: Ma certo. Farò tutto quello che mi dici. Senza discutere. And: (pausa) Lei sicuramente mi sta prendendo per il culo. Ang: No. Mi metta alla prova? And: Mi baci! Allora! (Angela si avvicina e da un profondo bacio ad Andrea) Ang: Ancora? And: No! No! Basta! (allontana Angela con il braccio) Le credo. Le credo. Ho dei problemi urgenti da risolvere. Ang: Dei problemi. Posso aiutarti? And: (guardandola di nuovo) Sì. Forse sì… Ang: Stupendo cosa devo fare? (pausa) Ma prima compriamo le sigarette? Buio di colpo. Al buio si sistema al centro uno sgabello e Angela vi siede sopra. Scena 5: “Una Proposta che Non si Può rifiutare”. Luce. Angela a gambe divaricate sullo sgabello. Sul lato sinistro c’è Andrea che parla idealmente con un boss di nome Frank fuori scena. And: Grazie Signor Frank di averci ricevuto… (pausa si finge la risposta di Frank)) ah, devo tagliare corto…giusto. So che le devo dei soldi, per lei è una piccola cifra, ma, per me è una somma pazzesca. Aspetto a giorni delle rimesse dalle attività che ho in Argentina, ma… (pausa) che tipo di attività? Ohhh…olio di oliva… (si finge la risposta di Frank) lei dice che là è inverno e che l’olio ci sarà tra cinque mesi? Non è a giorni…giusto Signor Frank, giusto. Ma contavo sulle scorte di magazzino, però ci hanno rubato tutto, tutto, laggiù muoiono di fame c’è miseria…ma…rubare l’olio di oliva è ridicolo! (ride) Chi è lei? (indicando Angela sempre a gambe larghe) ah, lei, è la mia socia. Non potendo restituire la somma le offro una fetta della torta e le giuro Signor Frank che c’è da abbuffarsi, un affare d’oro… (pausa si finge la risposta di Frank) di qualunque affare si tratti, non le interessa? (pausa) E perché? Ho fatto anche io dei buoni affari… (si finge la risposta di Frank) sono un fallito, dice, non ne ho mai imbroccata una…sono un barbone e puzzo…mah…quindi non mi fa nemmeno l’elemosina…ma io le giuro che quando uno è in fondo ad un buco… Ang: (la battuta di Andrea è tagliata) Lo so io che cosa gli piacerebbe? And: Mi dà un secondo Signor Frank? (si avvicina ad Angela) Non ti avevo detto di non fiatare perché vuoi mettermi nei guai. Ang: Ti ci metti benissimo da solo. Non sai trattare. Sei proprio una frana. And: Sono una frana. (guarda verso fuori scena dove è Frank) Ang: Chiedigli cosa vuole invece di fare lo stronzo? And: Lo stronzo? Stai zitta un attimo, fammi concludere questo affare e poi ce ne andiamo subito. Ang: Tu lo chiami affare? And: Stai zitta. Tu. Stai zitta. (fa il cenno ad Angela di cucirsi la bocca, ritorna vicino alla quinta) Stavamo dicendo…Signor Frank? (fa un fischio e schiocca le dita ma Frank guarda fisso Angela) Sta fissando la mia socia!!! Signor Frank? Signor Frank? (si finge la risposta di Frank) Devo far parlare lei? Ha l’aria più sveglia? Va bene, non c’è nessun problema, dal momento che siamo soci…se parla con me è come se parlasse con lei. (rivolto ad Angela) Angela, lei vuole parlare con il mio amico. Ang: (rivolto a Frank fuori scena) Dove vogliamo farlo? And: Ha un salottino qui sotto Signor Frank…ah…dove starete più tranquilli. Ang: Bene. (si alza e sensualmente va verso Frank, Andrea la blocca prendendola per un braccio) And: Angela. Angela. Quello è un assassino, quello ti mette le… (battuta tagliata) Ang: Shhhh. Lascia fare a me. Gli farò una proposta che non potrà rifiutare. Tu intanto resta qui e fai il bravo. Andrea si siede al posto di Angela ad aspettare. Buio lentamente. Torna la luce in maniera più veloce e Andrea sonnecchia rientra Angela dallo stesso lato. And: (alzandosi) Ma dov’eri? E’ un ora che ti aspetto? Ang: Ma, non ci ho messo un ora, solo cinque minuti. Tutto bene. And: Avevi una probabilità su due di farti ammazzare. E’ un assassino quel tipo. Ang: (dalla giarrettiera prende dei soldi contanti) Beh, avrò pescato il numero giusto. Tieni. Sono per te. And: Che sono quelli? Ang: Pezzi di carta con dei segni sopra. (li mette nella mano di Andrea) Li chiamano soldi. And: E il mio debito? (Angela fa un gesto come significare svanito) Ang: Cancellato. Non hai più conti in sospeso con lui. Sei libero come l’aria, puoi riprendere fiato e avere tutto il tempo per rimetterti in sesto. And: Angela. Ma come hai fatto? Ti sei venduta tua madre? Ang: Ma, che dici? And: Aspetta. Voglio sapere come hai fatto? Ang: Ma, che ti frega? Avevi un problema? Adesso è risolto. (indica il pubblico) Guarda avanti e procedi oltre. And: Procedo oltre. Un corno. Se sono soldi sporchi, non li voglio. (li restituisce a Angela) Ang: Che vuol dire soldi sporchi? And: Se hai fatto delle porcherie per averli, non li voglio!!! Ang: E tu quando prendi i soldi al bancomat, ti chiedi da dove vengono quei soldi? And: Vengono dal bancomat e questo mi basta. Ang: E va bene oggi il bancomat sono io. Zitto. Prendi questi soldi e non mi scocciare. (Angela ripassa i soldi ad Andrea e restano in silenzio) And: Confesso che mi fanno comodo. (breve pausa) Quanti sono? Ang: Ci paghi il debito che hai con lo spagnolo! And: Favoloso. (pausa) Come sai che ho un debito con lo spagnolo? Ang: I tuoi debiti, sono noti a tutti, mio povero amico. And: Non li voglio più! (sbatte i soldi addosso ad Angela) Ang: Ma che rottura. Ma, perché non li vuoi più? And: Perché sono sicuro che hai fatto delle cosa strane con Frank e io non sono un pappone, capito? Ang: Fai lo schizzinoso? And: Sì. Cara e dammi qua. (riprende i soldi, i due raggiungono il proscenio) Credi che non l’ho visto come ti sei seduta per farti vedere da lui? Mostravi le mutande a tutto campo. Ti ho visto? E lui non era concentrato su quello che dicevo. Ang: Arrenditi. Non era molto interessante quello che gli dicevi. And: Parlavo di business. Va bene? Il Business ha un codice, un gergo, ha una sua gestualità. Devi saperti mostrare debole… (urlando) per attaccare! La preda alle spalle! Ang: Non facevi pesca alla trota. Stavi trattando con un malvivente. Sembravi un bambino delle elementari. And: Ho ancora un po’ di dignità. Ho ancora dei principi. Tu non sei all’altezza di capire. (la guarda dal basso verso l’alto ironicamente) Ang: E perché non li hai messi in pratica i tuoi bei principi. Era dolce come il miele, oggi il tuo Frank, potevi scucirgli 10.000 euro come niente. And: Mai e poi mai. Ci ho pensato…ma… Ang: E’ grosso il cervello sai…perché tu ne usi soltanto un pezzetto? And: In questo ti sbagli mia cara. Io lo uso tutto. Tutto. Io penso per pranzo, cena e colazione e adesso penso che devi lasciarmi in pace. Ang: Tu pensi in piccolo. Vuoi pagare i tuoi debitucci e comprarci un bigliettuccio aereo per andare svelto, svelto all’estero a vendere il tuo modesto appartamento a New York. And: (breve silenzio) Come fai a sapere che io ho un appartamento all’estero? Ang: Quella topaia? And: Ma cosa dici? Mi è costato poco, è vero, ma…però con le plusvalenze… (battuta tagliata) Ang: (alzando la voce) Chi se ne frega! Del tuo appartamento! Non è questo il problema! (prendendo Andrea per il collo) Il problema è che tu pensi solo a fuggire, non fai altro, invece di fermarti, invece di respirare (Angela rende un bel respiro di aria pura) di lasciare che l’ossigeno salga al cervello, che sarà più contento e che potrà prendere le decisioni giuste. Dai, respira! Respira! (spingendo Andrea che non fa niente poi lo abbraccia con il braccio sulla spalla) Su, la testa! (spinge la fronte in alto di Andrea) Respira, respira! Su la testa! (prendendo il mento di Andrea) Ammira il cielo e le nuvole, questa non è la città più bella del mondo! And: Come dovevo comportarmi con Frank? Ang: Dovevi dirgli la verità. Semplice. And: Quale? Ang: Quella che tu non vuoi sentire. And: Ma, io ho la mente piena di preoccupazioni. Ang: Io invece sono felice, Andrea, qui, in questo momento. In questa situazione. Mi hai salvato la vita. Mi sento utile. Tu realizzi i miei sogni. Hai visto quanto bene riesci a fare? And: Ma, funziona solo con te. Ang: Quando guardo dall’alto questa città è bellissima. And: Come dall’alto? Ang: (indica il cielo) Dall’alto. Dal cielo. (prima Andrea e poi Angela in silenzio guardano il cielo) Avanti cerca di stare rilassato sei un po’ troppo teso. (passa dietro Andrea e gli massaggia il collo) And: Tu, non hai mai avuto problemi di soldi? Ang: No. Non ne ho mai avuti. And: Di cosa? Di problemi o di soldi? Ang: Tutti e due. And: Sono contento per te. Ang: Ma adesso i soldi li hai puoi pagarci i debiti. And: Beh, ti hanno male informata. Ho altri debiti. Ang: E che ci vuole rimediamo un'altra po’ di grana. And: (facendo il verso ad Angela) “Rimediamo un altro po’ di grana”. Schiocchi le dita e la grana ti piove dal cielo. Ang: Ho fatto 20.000 euro in cinque minuti. And: Che c’entra, non è la stessa cosa? Ang: E chi te lo ha detto? Quanto ti serve per farti felice? And: Ma, di che stai parlando? Ang: Dei tuoi debiti. A quanto ammontano? And: In tutto? Ang: Certo. Non in parte... And: Ti giuro che non lo so. (pausa) 30-35 con gli interessi saranno 50.000…sono nella merda… Ang: Ma: 50.000 non è la fine del mondo! Dai vieni… And: Dove? Ang: Dove c’è musica! Buio di colpo. Cambio Scena. Sulla musica successiva. Esce lo sgabello precedente ed entra un tavolino da bar con bicchiere e vari alcolici sopra e uno sgabello alto su cui siede Andrea. Scena 6: “Dove c’è Musica”. Si accendono luci psichedeliche da discoteca. Parte la Base Audio 04 “Could it be magic” di Donna Summer. A bere molto al tavolino Andrea, davanti a lui balla sensualmente Angela. Fino al momento in cui, sempre ballando esce di scena a destra. La musica passa in sottofondo. Andrea si alza e si avvicina alla quinta di destra. La musica sfuma ed esce. And: (sussurrato) Angela? (lunga pausa) Angela? Ang: (evidentemente infastidita) Che c’è? And: (sussurrato) Che fai chiusa in bagno? Ang: Indovina? And: (sussurrato) Angela non puoi fare una cosa del genere. Io non voglio che tu faccia questo per me. Ang: Non avevi bisogno di soldi? And: Sì. Sì. Ne ho bisogno, sì, però mi resta ancora un po’ di moralità. Non permetterò che tu faccia questo per me. Ti sono grato. Ti ringrazio tantissimo. Ti assicuro che apprezzo molto il gesto, ma, questo, no, questo non te lo permetto. Ang: Figurati. Che cosa vuoi che sia? And: Che cosa vuoi che sia? Come sarebbe che vuoi che sia? Senti, Angela, lascia stare ed esci subito! Ang: Guarda…diciamo che lo faccio per me…ti chiedo solo di tenermi i soldi, senno li spendo tutti… And: Mi sento male. Mi sento troppo male dentro, Angela. Ti prego esci di là ed andiamocene da questa discoteca. Parte la Base Audio 05 “Voce di un Cliente” VFC :“Ti ha chiesto di tenerle la grana…tieni i tuoi soldi e lasciami finire in pace! Cazzo!” And: Angela mi sento un verme a lasciarti la dentro. Ang: Andrea vai al bar e bevi…senno facciamo mattina! And: Io vado al bar…allora…vado al bar…vado… Ang: E vai… Andrea torna al tavolino con gli alcolici e continua a bere molto. La musica precedente torna molto alta. Andrea ubriaco inizia a ballare goffamente in stile “Pulp Fiction”. Angela rientra da destra con un altro pacco di soldi e li mette sul tavolino, beve qualcosa anche lei. Andrea sovrastando la musica le dice: And: Finito…terminato…ti sono saltati addosso tutti qui…non mi va che tu ti rovini…specie per uno come me…non me lo merito… Andrea totalmente ubriaco crolla a terra in coma etilico. Buio di colpo. Scena 7: “La Colazione”. Parte la Base Audio 06 “The Miracle of Love” degli Eurythmics. Cambio scena. Esce il tavolino da bar con gli alcolici e lo sgabello ed entra un tavolo quadrato e due sedie da bar. Si riaccendono le luci e entrano bisticciando Angela e Andrea. Ang: Non fai che lamentarti! Te ne accorgi! And: Ma perché continui sempre ad umiliarmi? Ang: Lo fai benissimo da solo. And: Basta! Piantala di trattarmi così! Ang: Ti tratto come mi tratti tu! And: (con Angela alle sue spalle) Dovevo lasciati affogare… Ang: Che hai detto? And: Niente. Siedono al tavolo del bar. La musica che era in sottofondo esce. Angela si accende l’ennesima sigaretta. And: Perché ne fumi una dietro l’altra? Ang: Perché nel posto dove vivo io non è permesso fumare. Nemmeno di nascosto. Allora cerco di rifarmi. And: Se continui così dovrai rifarti i polmoni. (strappa la sigaretta di mano ad Angela e la butta) Ang: Allora facciamo colazione? And: Vado a prendere due caffè e due pezzi di torta. (esce a lato e rientra con due tazzine di caffè e due pezzi di torta) Io nella vita cado sempre dalle nuvole. Ang: Anch’io. (mangia avidamente il dolce) And: Anche la torta è vietata lì da te. Ma, mi dici perché mi rompi i coglioni con le tue paternali? Chi sei? E perché mi sei piombata addosso così? Ang: Non ti sono piombata addosso. Sono piombata dal cielo. And: (ci pensa un attimo) Vorrei ricordarti che sei piombata giù da un ponte. Ang: Sì. Lo so me lo ricordo. Ma prima…prima…sono caduta dal cielo. And: Come dal cielo. (guarda in alto) Da…da un aereo? Ang: No. No. Da lassù…è là che abito… (lungo silenzio i due si scrutano) sono un angelo. Tanto per capirci. And: Un angelo. Ang: Sì. Uno vero. Uno che viene dal cielo. Con le ali bianche e tutto il resto. And: Ah, sì. E dove sono le ali bianche e tutto il resto? Ang: Non vorrai che le spieghi qua dentro in un bar. And: Un angelo che fuma come un turco. Ang: Che te ne frega se fumo o meno. Tanto sono immortale. And: D’accordo. Sei un angelo. (ironico) Sono di larghe vedute. Contenta? Ang: Bravo. Comincia così. Sei già a buon punto. And: D’accordo. (ironico) E che aria tira lassù…qualche novità? Ang: Niente di speciale. Come al solito. And: No…davvero…racconta. Che succede lassù? Ang: Tu non mi credi. Vero? And: Angela. Non mi dirai che una stanga come te, che fuma come una ciminiera, corrisponde all’idea che uno ha di un angelo. E neanche mi fai vedere le ali come posso crederti? Ang: Che palle con queste ali. Ti ho detto che non posso spiegarle. Primo: perché sono grandi. Secondo: Perché se le spiego vuol dire che me ne vado e che la mia missione è finita. Ma, scemo come sei la missione non è finita. E visto come sei lento non rientrerò tanto presto. And: Quale missione? Ang: Quella di aiutarti? And: Finora mi hai incasinato e basta. Ang: Sei tu che ti incasini. Menti sempre, menti a tutti e a te stesso, per primo e fossero piccole bugie ogni tanto. Tu dici delle grosse bugie e hai paura, paura di te, di tutto e di tutti. Sono venuta per aiutarti a capire cosa c’è là dentro (e indica la fronte di Andrea) Per aiutarti a capire chi sei veramente. (pausa) E ad accettarti. And: Tutto qui? Ang: Ti pare poco. And: Non sei molto diversa da uno psicanalista? Ang: Non costo 100 euro. And: (ride) Va bene. D’accordo tu sei un angelo. Dimmi come funziona. Stai su una nuvoletta e ti chiamano per una missione? Ang: E’ un po’ semplicistico ma, più o meno è così. And: E che ti dicono: (cambia voce) Angela vuole occuparsi del 12737 per favore? Ang: No. Non puoi sceglierti la missione. Ti viene imposta. Ed è meglio che sia così. Perché se ogni angelo scegliesse la missione, la programmazione salterebbe. And: Ah, già. La programmazione. La programmazione è importante. E poi? Ang: Una volta ricevuti gli ordini, si va in sala vestizione. E’ il momento che preferisco… And: E tu che hai scelto come costume? Ang: La baldaracca. And: Sei un amore come baldracca! Ang: Grazie. Ne ho provati diversi e allora ho pensato che una volta tanto sarebbe stato carino sceglierne uno strano. And: E da molto che lavori? Ang: 300 anni. Più o meno. Sono ancora giovane e devo accumulare esperienza. (Andrea ride di gusto) E cosa c’è da ridere? And: E’ incredibile quello che riesci ad inventarti. Non ho mai visto una donna con tanta fantasia. (sempre ridendo) Dovresti scrivere dei libri o delle enciclopedie. Così facciamo una valanga di soldi. Ang: (sta per piangere) Continui a non credermi, vero? And: (fra le risa) No. (continua a ridere Angela si mette a piangere il riso di Andrea cessa e le prende la mano) No. Angela. No. Ang: Non c’è niente di peggio per un Angelo che essere rifiutato. E rientrare senza portare a termine la sua missione. And: (toccando dolcemente il mento di Angela) Su, non fare così, dai. And: Scusa. Io sono uno zero. E siccome ho dei problemi, il cielo mi invia in aiuto una baldracca. Ang: Esatto. Quale è il problema? And: Il problema è che sulla terra crediamo solo a quello che vediamo. Non so da quanto manchi da qui, ma, il mondo è diventato molto materialista. E poi ci sono i satelliti, la scienza, la tv. La gente fatica a credere ai miracoli. Ha bisogno di prove, capisci? (lungo silenzio) Ang: Tutti uguali voi uomini. Avete sempre bisogno di prove di rassicurazioni. And: Giuro che poi farò il bravo! (con il braccio destro ad angolo) Parte la Base Audio 06 “Rombo di tuono”. Buio improvviso e torna la luce. Ang: Non giurare per piacere, vuoi farmi cacciare? And: No. Promesso. Shhh. (con il dito alla bocca, si guarda intorno e comincia a dubitare) Ang: Non posso darti prove, o ci credi o no. And: Il tuono, il buio…perché proprio io… Ang: Sono scelte della programmazione. Sicuramente perché sei buono dentro e ancora non lo sai. Devo fartelo scoprire. And: Sarei una baldracca. Alta e bionda? Ang: Sì. Un po’…dentro di te. And: Però, non sono una donna? Ang: Sì. A metà. Anzi sei più femminile che maschile. E’ da lì che ti viene la sensibilità, il senso dello spirito. Sono qualità femminili. Gli uomini sono cacciatori, ma, tu non sei molto adatto alla caccia. Tu, della tua parte maschile, hai preso i lati peggiori. (Andrea ascolta stupido e attonito) Le bugie. L’ambizione. La paura di non essere all’altezza. Di essere giudicato. La paura di amare. And: E vedi tutto questo in me? (si copre con il cappotto timidamente) Ang: Tutto questo. E lasciami dire che sei proprio un gran fico…tu…dentro. And: Troppo spesso mi sono trovato nella merda. E mai nessuno mi hai aiutato ad uscirne. (pausa) Mai. Ang: E (marcato) adesso che sei nella merda? And: Perché? Ang: Perché adesso non hai più nessuna scusa per restarci. And: Angela, a questo punto vorrei sapere di più di te, del tuo passato, di quando sei stata le altre volte sulla Terra… Ang: Ah, sì. And: Sì. Ang: Una volta abitavamo a Parigi, in periferia. Ero la prima di otto figli. Ero io ad occuparmi di loro. Mamma se ne è andata che avevo 15 anni. E papà era ubriaco dalla mattina alla sera. Portavo i più piccoli a scuola e poi battevo il marciapiede, per comprare da mangiare. Sono morta all’età di 23 anni di tumore alle ovaie. And: Porca vacca…che razza di vita…e io che mi lamento dei miei problemi… Ang: (ride) Abbocchi sempre…eh? And: Non era vero. Ang: No. Ero una borghese del New Jersey. Papà lavorava all’ONU e mamma al riavvicinamento dei popoli facendosi scopare da tutti gli stalloni che incontrava ad ogni cocktail. Quando ho compiuto 16 anni ho avuto la mia prima e ultima Ferrari. L’ho distrutta contro un camion. Speravo che mio padre si occupasse di me almeno il giorno del mio funerale. Ma invece… And: Non capisco. Quale è stata la tua (marcato) vera vita? Ang: Quale rende la tua più sopportabile? And: Non lo so. Ang: Io potrei inventare mille vite, ma, la tua…sarà sempre la stessa e dovrai accettarla. And: Sì ho capito, cosa vuoi dire…Angela. E…e…ci sto lavorando, giuro. Ang: E infine ti dico, la cosa più importante, che io…io, in fondo, sono il tuo riflesso. La tua immagine. Io sono te. Ed è facile…vieni con me e vedrai… Scena 8: “Allo Specchio”. Parte la Base Audio 08 “Creep” dei Radiohead. Angela si alza ed esce di scena, rientra poco dopo con uno splendido specchio in mano. Chiama Adrea vicino a se e costringe a guardare lui stesso nello specchio. Le luci cambiano in uno spot che illumina solo loro due, il resto del palco è al buio. Ang: Guarda bene nello specchio e dimmi cosa vedi? (Andrea esita, la musica sfuma bassa ed esce) Guarda nello specchio ho detto, cosa vedi? And: Vedo...vedo accanto a me una donna stupenda. Ang: Grazie. E accanto a lei che cosa vedi? And: Non lo so. Ang: Ah…bene. Fai progressi. And: Tu, dici? Ang: Sì. Prima vedevi solo merda. Adesso almeno non vedi niente. (gli batte una mano sul cuore) Vuol dire che hai fatto pulizia. Ma, ora dobbiamo metterci qualcosa in questo niente. (passa lo specchio nelle mani di Andrea e va dietro le sue spalle e lo massaggia per rilassarlo) Non si può lasciare così. (lo abbraccia) Su, guarda bene, davanti a te. C’è niente che ti interessi in questo bel viso? (con un dito accarezza il viso di Andrea) And: (dopo un lungo silenzio) Non molto, no. Parte la Base Audio 09 “Andre face au miroir” di Anja Garbareck, in sottofondo. Ang: Guarda bene nei tuoi occhi, che cosa vedi? And: (prima guarda Angela poi risponde) Un…un…certo, certo garbo. Ang: Oh, sì. C’è, c’è molto garbo. E poi? And: Gli occhi…gli occhi, non sono male. Ang: C’è bellezza, esatto, sono belli. E poi? And: (prima guarda Angela poi risponde) Forse…anche un po’ di dolcezza. Ang: Oh, sì, molta, sì. E c’è amore? And: (guardando in basso) Sì. C’è molto amore, sì. Troppo…forse. Ang: Se è troppo…facciamolo uscire. (mettendosi accanto e indicando lo specchio) Dimmi che mi ami? And: Come? Ang: Non mi ami? Ang: Sì. And: Perché…insomma provo…provo un certo…un certo affetto, però può essere anche amicizia, che…che… Ang: (tagliando la battuta) Mi ami o non mi ami? And: (prima guarda Angela poi dopo lungo silenzio risponde) Da sempre, dal primo istante. And: Beh…allora dillo! And: (dopo lungo silenzio) E’…è…difficile, dirlo. Ang: Lo sai perché? And: No. Ang: Perché a te non lo ha mai detto nessuno. Vero? (Andrea annuisce in silenzio) E’ difficile amarsi, se nessuno ti rimanda l’immagine. And: Sì. Ang: Ti amo, Andrea. (pausa) Visto. Hai ricevuto amore. Adesso puoi dare amore anche tu. Forza. And: (dopo lungo silenzio) Ti amo, Angela. O comunque ti chiami… Ang: Hai ragione. Dillo ancora, ma, senza il nome. And: (dopo lungo silenzio) Ti amo. Ang: (torna ad abbracciarlo) Bravo. E adesso guardati bene…e dillo. (Angela fa alcuni passi all’indietro e scompare nel buio, la luce è solo su Andrea) And: (dopo lungo silenzio) Non ci riesco. Ang: (la voce di Angela è da dietro le quinte con microfono ed effetto di riverbero) Sì, che ci riesci, guarda il tuo corpo straziato dalla mancanza di amore, di fiducia, non vedi che merita che qualcuno si occupi di lui…allora non lo rifiutare questo corpo ferito, che ti ha sopportato per tanto tempo, senza mai lamentarsi, dì a lui quanto è importante…quanto conta…dai a lui ciò che merita… And: (dopo lunghissimo silenzio e con le lacrime agli occhi) Ti amo…Andrea. Ti amo. (Angela rientra nel cono di luce e torna ad abbracciare Andrea) Ang: Sono fiera di te, Andrea. (si libera dall’abbraccio) Bene, andiamo a mangiare! Io ho fame. Buio di colpo. Scena 9: “Passato o Futuro”. Parte la Base Audio 10 “Everybody Hurts” dei REM. Cambio scena. Il palco viene liberato di tutto ed è adesso: vuoto. I due protagonisti ritornano nella posizione della Scena 3. And: Che cosa hai intenzione di fare adesso con me? Ang: Insegnarti quanto più possibile, nel tempo più breve possibile. And: Se pensi di fare ancora porcherie nella toilette, non ti illudere che io aspetti al bar, ti avverto. Ang: Quali porcherie? And: Non fare l’ingenua stavo davanti alla porta. Ti ho visto? Ang: Tu hai visto…o hai sentito? Se io ti dicessi che ho sbattuto la testa di quei tipi sul water e poi con il tacco della scarpa ho fatto quel tipico rumore di cigolio e la voce che sentivi dalla porta, era la mia…mi crederesti? And: E con Frank, allora? Nel suo ufficio, che hai fatto? Ang: Ho scopato. And: Non dirai davvero! Ang: (ride) Ma…no…scherzavo. And: Menomale. Ma…allora i soldi come li hai avuti? Ang: C’era un bel posacenere di Murano sul tavolo. L’ho stordito con quello, dopo che aveva aperto la cassaforte. E’ stato semplice. And: Dici davvero? Ang: E vallo a sapere. Tu, cosa preferisci? And: Preferisco non sapere di più. (Angela mette una mano sul cuore di Andrea) Ang: Sento ancora un nodo, ma, presto sarà tutto sgombro e dovrai solo riempirlo. And: E se è di te che volessi riempirlo? Ang: No, ma che fai? And: Angela sono innamorato di te. Tu vedi tutto, senti tutto, come fai a non vedere una cosa così evidente. (prende una mano di Angela e la mette con forza sul suo cuore) Concentrati qui dentro ti supplico. Che cosa senti? Ang: Sento qualcosa. Ma, non rovesciamo i ruoli. And: Io sento la stessa cosa che senti tu. E finalmente so come si chiama. (Angela si libera va in proscenio per buttarsi) Dove vai? Ang: Me ne torno a casa. (la musica si conclude) And: Ho fatto tutto quello che mi hai chiesto sento che è tutto sgombro adesso. Possiamo ricominciare insieme. (i toni fra i due si scaldano) Ang: Ora sei in grado di scegliere da solo. And: Non voglio scegliere da solo. Ang: Io ho rischiato anche troppo per te. Ho 9 possibilità su 10 di farmi cacciare. Fammi il piacere Andrea, non rovinare tutto e vivi la vita che devi vivere. And: E se la mia vita fosse quella di stare insieme a te. Ang: (urlato) Io la conosco a memoria la tua vita. Tra due mesi avrai una società. E tra cinque anni diventerai il primo produttore di olio di oliva. E incontrerai Caterina una affascinante avvocato che ti darà tre bei bambini…vuoi sapere i loro nomi? Vuoi anche sapere i loro voti a scuola? And: Voglio sapere perché stai gridando e sei sull’orlo del pianto? Ang: E’ sempre così alla fine di una missione. Io sono fatta per gli incontri non per gli addii. And: Tu hai fatto per me una cosa enorme. Te ne sarò eternamente grato… Ang: Eternamente. Non usare parole che non conosci. And: Tu, mi hai insegnato una cosa fondamentale, Mi hai insegnato a non mentire. Ang: E’ vero è la cosa più importante. And: (la prende brutalmente per i capelli e costringe a guardarlo negli occhi) Io adesso vedo una donna che non vuole andare via. Una donna che è stanca di non sapere chi è. Ormai senza di te non posso vivere. Ang: (lo spinge brutalmente a separarsi da lei) Perché vuoi vivere con me? Che cosa ci guadagni? Un angelo che si è bruciato le ali! (aprendo le braccia) Un angelo caduto. And: Non mi importa. Io ti amo come sei. Ang: Io non so più chi sono. Non ho passato e lo sai…adesso devo andare…è ora… Scena 10: “Sotto Pressione”. Parte la Base Audio 11 “Under Pressure” dei Queen and David Bowie. Angela esce di scena di lato, Andrea è come immobilizzato in proscenio. Lei rientra dopo breve tempo con delle grandissime ali di angelo bianche. Si avvicina ad Andrea e fa un breve giro di danza con lui, poi scende in sala, dove si accendono le luci di servizio, ed esce dalla porta laterale del teatro. Dopo l’uscita di Angela, scende in sala anche Andrea e la musica si conclude, stringe le mani di alcuni spettatori delle prime file dicendo: “Piacere, io sono Andrea”. Scena 11: “Libero”. Andrea infine ritorna sul palco le luci cambiano lentamente in un solo spot che illumina a pioggia solo lui al centro del palco. And: Mi chiamo Andrea. Andrea Bazzi e sono un uomo libero. Buio di colpo. Scena 12: “Saluti”. Parte la Base Audio 12 “Love my Life” di Robin Williams. Si rientra per i saluti.