OSCURA IMMENSITA' - Recensione di Anna MAFFEI
Autore Recensione: Anna MAFFEI
Titolo Spettacolo: Oscura immensità
Breve sinossi : Nel corso di una rapina, un malvivente prende in ostaggio una donna e il figlio di otto anni e li uccide. L'uomo viene condannato all'ergastolo. Ma per Silvano Contin, al quale hanno ammazzato moglie e figlio, la sentenza non basta. Quel giorno ha perso tutto e si ritrova prigioniero della solitudine e della memoria. Quindici anni dopo l'omicida, colpito da un tumore inguaribile, chiede la grazia e quindi il perdono di Contin...La pièce è tratta al romanzo“L’oscura immensità della morte” di Massimo Carlotto.
Autore del testo: Massimo Carlotto
Città in cui è rappresentato: Napoli-Teatro Bellini
Genere: Dramma
Atti: 1
In scena dal...al (date): Camponogara "Teatro Dario Fo "30/11/2012 Vicenza Teatro Comunale 01/12/2012 Cavarzere "Teatro Tullio Serafin "02/12/2012 S.Bened
Elenco principali attori:
Giulio Scarpati
Claudio Casadio
Regia: Alessandro Gassmann
OSCURA IMMENSITA' - Recensione di Anna MAFFEI
Recensione
Oscura immensità
Oscura immensità
dal romanzo L’oscura immensità della morte, di Massimo Carlotto regia Alessandro Gassmann con Giulio Scarpati, Claudio Casadio produzione Teatro Stabile del Veneto in coproduzione con Accademia Perduta Romagna Teatri scene Gianluca Amodio costumi Lauretta Salvagnin luci Pasquale Mari videografie e suoni Marco Schiavoni Un palcoscenico nero, buio e sospetto, per dare l'idea della morte, dell'angoscia e del dolore.
Ma la scena sapientemente allestita diventa solo uno degli ingredienti molto ben studiati per descrivere una oscura immensità che pervade corpo e mente di quei due uomini ossessionati da irrisolti e pesantissimi macigni interiori. I monologhi rimbalzanti di Silvano Contin, vittima inconsolabile di due perdite laceranti, il figlio di otto anni e la moglie, in una banale rapina, e Raffaello Beggiato, in carcere e malato terminale di cancro, nascono come narrazione, quasi una 'cronaca' di ciò che è accaduto e via via si trasformano.
Un crescendo di parole che tenta di spiegare, risolvere, giustificare, giustificarsi e poi, man mano, inveire, beffeggiare, con malato sarcasmo e vane illusioni.
Ad un certo punto del dramma noir che vede confrontarsi i bravissimi attori Giulio Scarpati e Claudio Casadio su due ben distinti e invalicabili spazi scenici, lo spettatore rischia di non distinguere più i due ruoli, stordito dal ribaltamento che gradualmente renderà 'oscura' anche l'anima di chi, poco prima, appariva la vittima, colui per cui provare compassione...
Anche il discorso della colpa, del perdono, della giustizia e di chi abbia il compito istituzionale o meno, di esercitarla, diventa probabilmente secondario nel momento in cui, dal fatto di cronaca, si passa alla disperazione e alla non-vita dei due protagonisti.
In fondo, le parole, forti, hanno già 'detto' tutto.
Le rispettive esistenze si possono solo ricercare nell'echeggiare insistente della voce della moglie di Contin in fin di vita “È tutto buio, Silvano, non vedo nulla. È tutto buio. Ho paura. Aiutami” e nell' illusionismo delle retro-proiezioni, intermittenti citazioni di vissuto e vivibile.
Un'ora e venti di catarsi, quella che ogni amante della buona recitazione desidera nel momento in cui sceglie di sedersi sulla poltrona di un teatro.
Anna Maffei
Blog ufficiale di Giulio Scarpati http://arteteatro-eva.blogspot.it/