FEYDEAU: Il Tacchino, Le Dindon

Feydeau il tacchino

FEYDEAU

Il Tacchino  (Le Dindon)

Copione del 1896

“Il Tacchino” (1886) è uno dei Vaudeville più fortunati di Georges Feydeau…

…fa parte della stagione che potremmo definire tardo Vaudeville…ed in cui i canoni distintivi del genere si erano andati, col tempo, naturalmente modificando e maliziosamente sottraendosi a quello spirito originario, nato dall’humus popolare, fatto di satiriche, licenziose e goliardiche miscellanee che i poeti vagabondi cantavano, adattandole ad arie note, per accompagnare i più noti avvenimenti pubblici…sulla scena si alternano diciassette personaggi tra principali e secondari e ogni loro azione ha una specifica ragione d’essere che provoca conseguenze sul comportamento altrui



IN QUESTA PAGINA: Biografia // Il genere, Il Vaudeville  //  Scheda tecnica della nostra elaborazione  //  La trama  // Rappresentazione di altre compagnie


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Il Tacchino di Georges Feydeau – Un’analisi linguistica

Saggio di Annamaria Martinolli pubblicato in “Il Quaderno di Nessuno”  n ° 86  aprile 2017, la nostra rivista on line di Saggi, Letteratura e Documentazione Teatrale.

Nel saggio: Distinzione tra i vari tipi di comicità; la trama;  i giochi di parole presenti nell’opera; Omofonia totale, parziale e assonanze;  fraintendimenti;  metafore;  doppi sensi


FEYDEAU: Il Tacchino, Il Genere, Il Vaudeville

Feydeau: Il tacchino“Il Tacchino” è uno dei Vaudeville più fortunati di Georges Feydeau, fa parte della stagione che potremmo definire  tardo Vaudeville ed in cui i canoni distintivi del genere si erano andati, col tempo, naturalmente modificando e maliziosamente sottraendosi a quello spirito originario, nato dall’humus popolare, fatto di satiriche, licenziose e goliardiche miscellanee che i poeti vagabondi cantavano, adattandole ad arie note, per accompagnare i più noti avvenimenti pubblici. In questa fase di evoluzione nel Vaudeville si fanno più complicati i meccanismi di ela¬borazione, le vicende non sono più lineari, l’intrigo si arruffa in un labirinto in cui è necessario l’abilità di un prestigiatore per districare la matassa e, attraverso un gioco logico da rompicapo, condurre l’intreccio a conclusione. Questo processo, che tende all’astrazione, raggiungerà il suo culmine con Feydeau in cui acquistano una portata decisiva i processi di costruzione, il palcosce¬nico diventa una palestra in cui burattinai provetti esibiscono la loro acrobazie, il testo diventa un delicato meccanismo d’orologio in cui ogni particolare è un particolare dell’edificio, una carta in un castello di carte, un momento del teorema. Feydeau chiude lo spettacolo in meccanismi ferrei, il “suo universo è maniacale e la sua una tragedia di segno opposto:” da una parte inventa perfette macchine teatrali, dall’altra inserisce i suoi personaggi in una situazione assolutamente vera e naturalistica.



FEYDEAU: Il tacchino – La nostra elaborazione e scheda tecnica

Gli atti dai tre dell’originale sono stati ridotti a due. L’ambientazione trasportata ai nostri giorni. La scena del primo atto trasferita in una casa in ristrutturazione. Le scene conclusive alla “vogliamoci bene” di Feydeau, forse obbligatorie all’epoca ion cui furono scritte, completamente modificate, con in più una dichiarazione finale di reciproca infedelta da parte dei due coniugi.

Scheda tecnica della nostra elaborazione/traduzione

  • Titolo    Il Tacchino (Le Dindon)

  • Traduzione ed elaborazione    Sandro Conte

  • Autore     Georges FEYDEAU

  • Genere     Vaudeville

  • Atti     2 (3 nell’originale)

  • Nostra prima rappresentazione     16 Maggio 1998 Teatro S. Genesio – Roma

  • Durata stimata    110′

  • Personaggi    15 (7 Donne 8 Uomini) – Personaggi principali    6 (3 Donne, 3 Uomini)

  • Ambientazione    Oggi

  • Copione depositato alla S.I.A.E. il 10 Aprile 1998



 

FEYDEAU: il Tacchino, la trama

Il Tacchino è una commedia appartenente al filone della borghese velleitaria; la storia di per sé è molto semplice ma la quantità di peripezie che l’autore inserisce per complicare la vita ai personaggi genera un intrigo talmente complesso che riassumere in poche righe tutti gli avvenimenti diventa impossibile. I personaggi principali sono quattro: Pontagnac, Lucienne, Vatelin e Rédillon. Pontagnac è il personaggio che dà il titolo alla commedia, ovvero l’individuo superbo e sicuro di sé che finisce per restare vittima della sua macchinazione; è un uomo cinico, che vive di rendita e che pensa che la fedeltà coniugale e l’amicizia contino meno del piacere procuratogli dal tentativo di sedurre la moglie del suo migliore amico. Il personaggio, tuttavia, risulta ridicolo poiché il suo atteggiamento è solo di facciata e basta il minimo imprevisto a fargli perdere il sangue freddo e a metterlo nei guai. Lucienne è la moglie dell’amico di Pontagnac ed è la classica borghese fedele ai principi che le sono stati inculcati: quello che conta è la rispettabilità e, se il marito la tradisce,  ritiene di avere il diritto di vendicarsi. È bella, capricciosa, superficiale e coinvolge gli uomini che se ne invaghiscono nel suo tentativo di vendetta, salvo poi fare marcia indietro prima che l’adulterio venga consumato. Vatelin è il marito di Lucienne: arricchito, legato alle apparenze e terrorizzato dagli scandali; colleziona opere d’arte per una semplice necessità di status sociale ed è di una ingenuità e di una mediocrità incalcolabili, tuttavia è un uomo buono che in un momento di debolezza ha tradito la moglie senza pensare alle conseguenze. Rédillon è un viveur amico dei Vatelin che spera di approfittare del desiderio di vendetta di Lucienne per poterla fare sua; intellettualmente vacuo, non possiede neanche in minima parte la moralità dimostrata dal suo domestico che cerca in tutti i modi di proteggerlo rischiando di mettersi nei guai a sua volta.

Accanto ai personaggi principali si muovono quelli di Narcisse Soldignac e Maggy Soldignac, Mme e M. Pinchard e Armandine. Maggy Soldignac è l’amante londinese di Vatelin; astuta, calcolatrice e passionale, cerca in tutti i modi di ricattarlo per convincerlo a essere nuovamente il suo amante. Rappresenta la tipica inglese caricaturale che storpia la lingua e beve quantità industriali di tè. Narcisse Soldignac, suo marito, è l’affarista che va sempre di fretta e che pur considerando la moglie un fastidio, perché lo “distrae dagli affari”, non sopporta l’idea di essere stato tradito. Parla un misto di inglese, francese e provenzale e si integra perfettamente con la figura caricaturale di Maggy. Mme e M. Pinchard sono i due anziani coniugi la cui presenza nella camera d’albergo del secondo atto darà origine a non pochi malintesi; Mme Pinchard è sorda e il suo fraintendere in continuazione quello che le viene detto è alla base della sua comicità, il marito, in cambio, è un anziano ufficiale medico di cavalleria che malgrado l’età non disdegna di fare il cascamorto con la bella cameriera dell’albergo e che si ritiene in dovere di occuparsi della moglie solo perché questo è ciò che esige la società. Armandine, infine, rappresenta la cocotte libera, spontanea e senza preoccupazioni, che non ha obblighi sociali da rispettare e che accetta volentieri di essere per gli uomini uno strumento di piacere. Manca di cultura e di intelligenza ma è proprio questo che gli uomini trovano affascinante in lei.

La struttura della pièce segue quella di tutte le altre commedie in tre atti di Feydeau: nel primo atto l’autore introduce i personaggi principali e spiega il rapporto che intercorre tra di loro e gli obiettivi che vogliono raggiungere; nel secondo, grazie a una serie di malintesi e di imprevisti, li fa incontrare assieme ai personaggi secondari nel luogo in cui la comicità prenderà il sopravvento, in questo caso la camera d’albergo; nel terzo atto tutti i malintesi vengono chiariti e la situazione si risolve felicemente.

Dal punto di vista linguistico Feydeau dimostra di conoscere tutte le tecniche atte a far scaturire la comicità, la pièce infatti contiene numerosi giochi di parole, metafore e doppi sensi.


FEYDEAU: Il tacchino – Rappresentazioni di altre compagnie 

  • Comp. S. Andrea –  Politeatro S. Andrea – Milano – 20, 21 , 27 e 28 ottobre 2018

  • Comp. I Copioni – Politeatro S. Andrea – Milano  – 20 e 21 ottobre 2018

  • Comp Oratorio S. Luigi – Martinengo – teatro Madri Canossi 7-8 aprile 2018

  • Comp. Il vernacolo    Roccapiemonte Gennaio 2015

  • Liceo Copernico     Serra S. Quirico , aprile 2013

  • Comp. Studentesche    Codroipo (Udine), maggio 2012

  • Comp. Arte Povera    Peschiera del garda, agosto 2009

  • Comp. Amatoriale    Gubbio, Teatro Romano, agosto 2006

  • Comp. Il Pioppo    Milano, novembre 2004

  • Comp. Gli amici del Teatro    Alberobello, Luglio 98

  • Comp. Gli Amici    Torino, giugno 1998



La Moglie e i pretendenti

Elaborazione in vernacolo della nostra elaborazione de “Il Tacchino, realizzata dal Sig. Fausto Galassi di Perugia

  • Comp. I Mattacchioni    Perugia, Novembre 2002 – Bevagna, Dicembre 2002 – Corciano, Aprile 2003

  • Comp. amatoriale di Semonte    Gubbio, agosto 2004

  • Comp. I girasoli    Magione, Settembre 2004 – Corciano, Dicembre 2004

  • Comp. Stabile di Brescia     Catanzaro, dicembre 2004

  • Comp. amatoriale di Semonte     Gubbio, Febbraio 2006

  • Comp. Teatrale di Brufa    Torgiano, Settembre 2008

  • Comp. Oratorio San Luigi  Martinengo  – Teatro madri Canossi – 7-8 aprile 2018

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